BRINDISI – Il Pd chiede le dimissioni del sindaco Riccardo Rossi. Ormai è guerra tra i due alleati che ancora governano la città di Brindisi. Il partito democratico non ritira i suoi due assessori, che decidono però di non prendere l’ultimo mese di emolumenti. Nello stesso tempo non si dimettono neanche i consiglieri democratici. L’imbarazzo politico amministrativo è lampante. Questo pomeriggio Rossi lancerà la sua candidatura con Bonelli e Fratoianni. Il segretario cittadino Francesco Cannalire replica alle dichiarazioni del sindaco Riccardo Rossi rilasciata in una intervista riportata dalla stampa locale. Questo l’intervento integrale.
“Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da Riccardo Rossi riguardo le motivazioni che sarebbero alla base della decisione di non dimettersi dall’incarico di Sindaco lasciano sbigottiti ed interdetti. Si tratta, a nostro avviso di argomentazioni strumentali tese a resistere in una carica, pur nella piena consapevolezza di non possedere più il sostegno dei partiti e dei movimenti che lo hanno sostenuto fino alla scelta personalistica di subordinare l’adesione alla coalizione progressista alla circostanza che fosse lui stesso il candidato sindaco prescelto. Il fatto che sarebbero in scadenza il Peba, il Pums ed il Piano di Rigenerazione della Costa non costituisce assolutamente ostacolo alle dimissioni. Pur volendo tralasciare che tali atti sono privi di una “data di scadenza”, è noto che essi, non rivestendo carattere di urgenza ed inderogabilità, possono essere discussi in consiglio comunale soltanto fino al 30 marzo prossimo. Pertanto Rossi può tranquillamente rassegnare le dimissioni già in giornata per poi partecipare ugualmente al consiglio comunale da tenersi entro la suddetta data. Siamo certi, invece, che sia frutto della particolare confusione del momento la motivazione di non dimettersi perché “siamo in procinto di bandire molte gare per il PNRR”. Una delle qualità di questa amministrazione è stata rappresentata dalla netta recisione tra indirizzo politico ed attività gestionale. Pertanto non comprendiamo come si possa motivare la scelta di permanere nella funzione politica di Sindaco con il fatto che la struttura dirigenziale – come è sua esclusiva prerogativa – dovrà emanare i bandi di gara per l’aggiudicazione dei lavori finanziati dal PNRR. Ancora più strumentale, infine, è il tentativo di spiegare la volontà di permanere sulla poltrona di primo cittadino con la circostanza che sia in piedi la trattativa con il Governo per la sottoscrizione dell’accordo previsto per i comuni in riequilibrio. Innanzitutto va
rimarcato che la risposta del Governo alla proposta del Comune non è ancora arrivata e, ad oggi, è ignoto quando arriverà. Solo quando il Comune riceverà tale risposta sarà possibile avere contezza dell’eventuale esistenza di una data entro cui andrà approvata in Consiglio Comunale. Ma ciò cambia poco in riferimento alle dimissioni: se la proposta andrà approvata entro la data delle elezioni, se ne potrà sempre occupare il commissario; se, invece, la risposta del Governo andrà approvata in un tempo maggiore, sarebbe più corretto che fosse la prossima amministrazione a decidere cosa fare, visto che la scelta inciderà sulle future casse e sulla cittadinanza. In ogni caso nemmeno quest’ultima rappresenta una buona scusa per non dimettersi. Il Partito Democratico, pertanto, chiede a Riccardo Rossi un atto di dignità politica e di tutela dell’Istituzione che va rispettata in ogni caso, con le immediate dimissioni dalla carica di Sindaco e l’impegno a definire nell’arco temporale dei venti giorni, previsti dalla
legge per essere definite, tre importanti questioni: mettere in sicurezza la Brindisi Multiservizi, garantire lo svolgimento di manifestazioni sportive di assoluto prestigio per il nostro territorio (quali la Brindisi-Corfù, il mondiale di motonautica, la Coppa del Mediterraneo di scherma ed il campionato internazionale di tango) e il perfezionamento di un patto a tutela del territorio che porterà alla riqualificazione del parco Cesare Braico.
Nelle more della definizione di queste proposte e della definitività delle dimissioni richieste, gli assessori del Partito Democratico hanno rinunciato, già da oggi, agli emolumenti previsti per le proprie funzioni”.
Ho sempre votato PD ma se fanno dimettere Rossi e la sua amministrazione che è stata l’unica a fare qualcosa per la città, ottenendo finanziamenti che le amministrazioni precedenti, assolutamente incompetenti, non sono riusciti mai ad ottenere, la volta scorsa sarà stata l’ultima volta che ho votato per il PD cittadino.
I brindisini negli ultimi 30 anni si sono abituati ad avere più commissari prefettizi che sindaci, fregiandosi anche di questo primato negativo. E’ diritto del sindaco Rossi restare nella sua carica fino alla fine della legislatura (alla quale peraltro mancano solo due mesi) e ricandidarsi, se lo crede. Dovranno poi essere gli elettori a valutare il suo operato e scegliere. L’invito del PD cittadino, parte finora della maggioranza che lo ha sostenuto a dimettersi, mi appare inappropriato, a prescindere dalle motivazioni per cui quel partito ha deciso di togliergli la fiducia.