BRINDISI- Ventiquattro pagine di relazione del prefetto di Brindisi Vardè consegnata alla commissione Antimafia che in questi giorni è stata nel Salento. Una fotografia sulla criminalità nel brindisino, tra fenomeni e attività delle forze dell’ordine tra il 2014-2015. Da un’analisi emerge che nell’arco di questo anno di riferimento c’è stato una diminuzione dei delitti del 7 per cento rispetto all’anno precedente.
Una criminalità divisa da gruppi organizzati storici e una criminalità diffusa autonoma. Tra gli storici il territorio è diviso tra due clan, quello dei mesagnese “Pasimeni- Vincientino- Vitale” che coprono la fasce Mesagne, Carovigno, Ostuni, Francavilla Fontana, e quella dei tuturanesi di “Buccarella- Rogoli- Campagna” che coprirebbero il sud della provincia. Il capoluogo sarebbe equamente diviso. Tra i due una forma di armistizio di “pax mafiosa” che lascerebbe spazio agli affari senza dar fastidio. Alla base la ricerca del consenso sociale, più volte fatta emergere dal pentito mesagnese Ercole Penna. La criminalità che ha trovato legittimazione sociale tra la gente.
Rispetto al passato pur registrandosi dei timidi segnali di ripresa dei due gruppi criminali le loro potenzialità secondo il dossier risultano ormai ridotte grazie ai numerosi arresti e ai racconti dei pentiti. La forza del gruppo dei tuturanesi è data dal fatto di essere rimasta immune per lungo tempo da collaborazione con la giustizia, almeno sino all’estate 2015 quando invece ha deciso di parlare Sandro Campana, fratello del boss Francesco Campana.
Nelle due articolazioni sembrano essere ormai confluiti i due clan di Bruno di Torre Santa Susanna e dei Brandi a Brindisi città, che dopo le condanne inflitte ai loro capi non sembrano aver autonomia d’azione.
Dall’altra parte c’è la criminalità diffusa sciolta da gruppi associativi con furti alle abitazione e alle attività commerciali in calo invece rapine e scippi. Particolarmente diffuso il fenomeno dei danneggiamenti delle autovetture ben 169 in un anno, episodi che secondo gli investigatori non sarebbero legate a intimidazioni mafiose, ma a questioni personali.
Il traffico di droga resta il settore che fa trarre maggiori introiti economici alle organizzazioni criminali. Difficile invece poter tracciare un quadro delle estorsioni e dell’usura, a causa delle pochissime denunce. In questo anno di riferimento le estorsioni denunciate sono state 87, ma la maggior parte dei casi non sono collegabili alla criminalità organizzata ma a quella comune o a questioni familiari. Quello che si conosce su questo tema lo si sa grazie ai pentiti. La vittima avrebbero paura di ritorsioni e scarsamente efficace è l’azione di accompagnamento alle denunce delle numerose associazioni antiracket presenti sul territorio, ben 11.
Per l’usura risultano presentate solo 3 denunce.
I beni confiscati in tutta la provincia sono 570 solo la metà è stata destinata. Emerge una difficoltà degli enti locali e delle associazioni di reperire fondi per la ristrutturazione e il recupero delle strutture. Da poco affidate al Comune di Torre Santa Susanna la confisca della masseria dei Bruno con caseificio annesso. Per la gestione della quale ci sarebbero rapporti con Libera terra. Il primo bando sulla raccolte delle olive su quei terreni è andato però deserto.
Una particolare situazione è stata sottolineata alla Commissione antimafia quella riguardante gli ultimi attentati intimidatori a persone vicine al Consorzio di Torre Guaceto e del comune di Carovigno: dall’incendio all’abitazione al mare del direttore Ciccolella, all’incendio alla villa a Giancola dell’assessore di Brindisi Luperti (che aveva partecipato alla riunione del consorzio per conto del Comune) , all’auto del fratello del sindaco di Carovigno, alla casa al mare di un dipendente comunale di Carovigno. Sui vari fatti c’è un’attività di approfondimento per verificare interferenze criminali nell’attività amministrativa del consorzio, anche in riferimento alla gestione del parcheggio.
Solo un passaggio sul Comune di Brindisi dove è stato menzionato l’arresto del sindaco Mimmo Consales e dell’amministratore della Nubile Screti, azienda che gestiva gli impianti e la discarica dei rifiuti. Ma su questa vicenda non sono stati menzionati particolari dettagli. Salvo poi la dichiarazione della presidente della commissione Rosi Bindi che ha annunciato che il Comune resta indagato.
Da tutto questo emerge un quadro comunque differente da quello illustrato sino a qualche giorno fa dal presidente della Regione Puglia ex magistrato Michele Emiliano, salvo che ci siano altri fatti che in questo dossier non siano stati menzionati.
Lucia Portolano
“PAROLE,PAROLE,PAROLE” La democrazia, che si era proclamata paladina delle elisione dei privilegi ingiusti ed anacronistici, ha propiziato la instaurazione di privilegi ignoti persino ai sistemi feudali ed ai regimi delle monarchie assolute.