SAN DONACI- La giunta di san Donaci può essere tutta al maschile, lo ha stabilito il Consiglio di Stato che ha dato ragione al sindaco Domenico Serio dopo la rimozione di Antonella Vincenti dall’incarico di assessore. Dopo aver passato il vaglio del TAR di Lecce, il provvedimento è stato ritenuto legittimo anche dal Consiglio di Stato con una sentenza depositata in questi giorni. I giudici romani, accogliendo le tesi del Comune di San Donaci, difeso dall’avvocato Pietro Quinto, hanno sottolineato come le ragioni della revoca fossero ampiamente motivate e mettessero in evidenza la situazione di conflittualità e di incompatibilità personale dell’assessore Vincenti con gli altri componenti della Giunta, al punto da determinare una instabilità politico-amministrativa con ripercussioni sulla funzionalità dell’Amministrazione Comunale. Non solo, ma il Consiglio di Stato ha anche affrontato la questione della legittimità di una Giunta formata da soli uomini, questo perchè il Sindaco, una volta revocata l’unica donna presente nell’esecutivo, aveva formato una Giunta tutta al maschile. Il Consiglio di Stato ha respinto il motivo del ricorso presentato da Vincenti perché lo Statuto del Comune di San Donaci non dispone, né predetermina alcun vincolo specifico in ordine alla composizione degli organi di governo comunale. “La decisione del Consiglio di Stato- ha dichiarato l’avvocato Quinto- conferma un recente orientamento che focalizza nello Statuto il documento espressione dell’autonomia comunale alla luce del quale valutare la effettiva pregnanza del principio di parità di genere. I richiami puramente enfatici a quel principio senza alcuna regola vincolante, neppure di tipo promozionale, non sono idonei e sufficienti per determinare scelte vincolate al rispetto della parità di rappresentanza. Del resto è importante che sia lo Statuto a delineare, sulla base della conoscenza del territorio, se in un Comune sia assolutamente indispensabile una rappresentanza forzata oppure se sia opportuno che il sindaco possa liberamente valutare se vi siano i presupposti, volta per volta, per assicurare una tendenziale parità di genere”. Soddisfatto il sindaco Serio destinatario di diverse iniziative giudiziarie con ricorsi al Tar anche da parte della Commissione Pari Opportunità e del Consigliere per le Pari Opportunità della Regione.
Resta il fatto che in giunta non vi però una rappresentanza femminile, leggi a parte. Per l’ex assessora del Pd oltre al danno anche la beffa, il Consiglio di Stato l’ha condannata a pagare le spese giudiziarie sopportate dal Comune.
Brindisioggi
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