BRINDISI- Dodici mesi su di una nave senza luce, acqua, e cibo. Il capitano Velimir Hadzic Kotor, 59 anni, è l’ultimo a lasciare lo Ionian Spirit, i suoi uomini, 25 in tutto, sono sbarcati in questi lunghi mesi condividendo nel frattempo con lui quella che oggi la capitaneria di porto di Brindisi definisce un’emergenza umanitaria.
Per questo sfortunato equipaggio la disavventura comincia il 29 settembre dello scorso anno quando il traghetto Ionian Spirit, che fa da spola tra Brindisi e la Grecia, viene raggiunto da un provvedimento di pignoramento da parte del tribunale di Brindisi a causa degli innumerevoli debiti accumulati dal suo armatore.
L’armatore dinnanzi al provvedimento del tribunale si dilegua ed abbandona la nave con tutto il suo equipaggio che tra l’altro non percepiva stipendio già da diversi mesi. Comincia così il calvario per questi uomini che senza denaro restano a bordo del traghetto.
La situazione è difficile e già nel mese di dicembre scoppiano le prime tensioni. Senza acqua, senza luce ed i viveri che scarseggiano.
Scoppia l’emergenza umanitaria che la Capitaneria di Porto di Brindisi, guidata dal comandante Giuseppe Minotauro, per prima affronta formando un comitato territoriale del Welfare della Gente di Mare di Brindisi. Sono i componenti del Comitato, Capitaneria in primis, e gli agenti spedizionieri, marittimi, il personale singolo dell’Autorità Portuale ad aiutare l’equipaggio che così riesce ad affrontare mesi di solitudine e ristrettezze.
In queste settimane man mano gli uomini del capitano Velimir sono riusciti a partire ed a raggiungere la proprie famiglie.
L’ultimo ad abbandonare la nave proprio come dice il detto è il capitano. Con una colletta la Capitaneria è riuscita a racimolare i soldi necessari affinchè il capitano Velimir possa rientrare dignitosamente a casa in Montenegro. Al momento dei saluti non è mancata una nota di polemica. Velimir ringraziando chi lo ha sostenuto, Capitaneria di Porto e l’agente marittimo Franco Aversa in particolare, ha detto : “Ringrazio la Caritas che in questi mesi a me ed ai miei 25 uomini ha dato dieci litri di latte e dieci chili di biscotti”.
Resta il problema della nave ancorata, chissà per quanto ancora , nel porto, oggi il custode giudiziario è l’agente marittimo Franco Aversa che presto presenterà al giudice una richiesta per liberare il natante dai liquidi prodotti in questi mesi dall’equipaggio. 60 tonnellate di liquidi potenzialmente inquinanti. L’autorità portuale si è detta disponibile ad anticipare i soldi necessari a questa operazione, circa 9mila euro. La rimozione invece è legata all’iter giudiziario.
Lucia Pezzuto
Foto di Damiano Tasco
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