BRINDISI- Inventate perché dovevano essere un metodo democratico per far scegliere ai cittadini i propri candidati al parlamento, le parlamentarie in provincia di Brindisi diventano un boomerang per i partiti di centrosinistra. Pd e Sel nella bufera dopo l’inchiesta giudiziaria condotta dalla Procura di Brindisi che nelle ultime ore si è concretizzata con la notifica di 30 avvisi di garanzia nei confronti degli scrutatori presenti nei seggi in cui gli investigatori hanno rilevato delle anomalie nello svolgimento del voto. Gli agenti della Digos di Brindisi, al comando del vice questo Vincenzo Zingaro, su disposizione del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi hanno provveduto a notificare una valanga di avvisi di garanzia. Il reato è di falso in scrittura privata.
Inchiesta aperta dopo la denuncia presentata da uno dei candidati di Sel, lo psichiatra ostunese Franco Colizzi, dopo il risultato delle primarie del gennaio 2012. Ma a quanto pare dalle indagini condotte dagli agenti è emerso che le anomalie apparse nei registri di Sel fossero le stesse di quelle del Partito democratico.
Nei registri dei votanti appaiono numerose firme che sarebbero false, in quanto i presunti votanti interrogati, chiamati a campione, hanno riferito agli investigatori di non essere mai andati a votare. E’ accaduto a Brindisi, Latiano, Torre Santa Susanna (in particolar modo), Mesagne, Erchie, San Vito dei Normanni e Cisternino. Almeno questi i seggi messi sotto la lente di ingrandimento.
Dalle parlamentarie uscirono come vincitori nella provincia di Brindisi, Toni Matarrelli per Sel, Salvatore Tomaselli e Elisa Mariano per il Partito democratico.
I dirigenti de Pd, il giorno dopo, parlarono di un risultato eccezionale con 11mila votanti tra il loro partito e Sel, la quarta provincia in Italia per affluenza. Definirono quello che si era verificato a Brindisi come la “buona politica, il Pd insieme a Sel l’unica forza politica capace di mettersi in gioco”.
Da un anno pesa come un macigno il sospetto, avallato dall’inchiesta giudiziaria, sulla veridicità dei voti. A sostenere la tesi della Procura le dichiarazioni di numerose persone che non solo non hanno riconosciuto la propria firma ma hanno chiaramente detto di non aver votato. In mano agli inquirenti anche un video recapitato per posta a Franco Colizzi, che riprende soggetti non identificati, perché col volto camuffato, in un seggio mentre compilano in modo spasmodico il registro inserendo diversi nomi.
Una grossa mole di lavoro per gli investigatori che hanno dovuto spulciare tutti documenti e ascoltare centinaia di persone. A seguito delle indagini ecco gli indagati: Pietro Giosa, Paolo Melcore, Alessia Vulpitta di Brindisi, Francesco Di Viggiano, Francesca Epifani, Roberta Rossetti, Vincenzo Birtolo, di Torre Santa Susanna. Pietro De Giuseppe Lovecchio, Giuseppe Leonardo Carlucci, Antonio Delli Fiori di Latiano, Maria Filomena Magli, Mariano Salvatore Cavassa, Francesco Carmelo Orlandino di Carovigno, Donato Zizzi, Vito Laghezza, Roberto Pinto, Pierluigi Loparco, Giuseppe Losavio di Cisternino, Domenico Rogoli, Andrea Poci di Mesagne, Angelo Raffaele Epicoco, Vincenzo Sardelli, Alessandro Petrucci di san Vito dei Normanni, Alessandro Stella, Paolo Tondo, Giampiero Orlando di Torchiarolo, Giuseppe Morleo, Vincenza Bianco, Cosimo Scarciglia di Erchie.
Lucia Portolano
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