BRINDISI – (di Lucia Portolano) La salute è una cosa seria, e per i balletti della politica ci sono ben altri palcoscenici. La vicenda delle dimissioni, poi ritirate, forse, del direttore generale della Asl di Brindisi Flavio Roseto, è un unicum in Italia. Parola dello stesso assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, che ora con il suo dipartimento sta cercando di capire come far rientrare il dg nel suo ruolo. Il manager, perché di questo si tratta, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico “di lavoro” a partire dal 18 febbraio. Ha inviato una mail al governatore Michele Emiliano, motivando le dimissioni per “ragioni strettamente personali”. Dimissioni accolte, e quindi rescissione dal contratto, e nomina del direttore amministrativo Andrea Chiari come sostituto temporaneo. Ma dopo due giorni Roseto ci ripensa. Come per dire “scusate ho sbagliato, voglio tornare”. I motivi personali scompaiono improvvisamente, e “ritira” le dimissioni. Fatto assolutamente anomalo in un contratto di lavoro. Tanto che Emiliano ora non sa come fare, e deve trovare l’escamotage tecnico per far tornare il direttore. A supportare il ritiro delle dimissioni del “manager” della Asl di Brindisi, scende in campo persino la politica locale con i rappresentati delle istituzioni. Con una nota stampa congiunta il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, con il presidente della Provincia Tony Matarrelli, e due consiglieri regionali di maggioranza Mauro Vizzino e Maurizio Bruno, chiedono a Roseto di tornare sui suoi passi. Già l’idea che un sindaco (Istituzione) firmi un comunicato congiunto con due consiglieri regionali, è un fatto puramente anomalo, che mostra qualche debolezza. È come se Michele Emiliano firmasse una nota stampa con due parlamentari pugliesi per sostenere l’amministratore delegato di una società pubblica nazionale. Ma a parte la forma, è il contenuto del comunicato che apre alcune riflessioni. “Sentiamo il dovere – scrivono i quattro – di stare accanto a lui in questo momento e, con convinzione e consapevolezza, chiediamo e auspichiamo fermamente che ritiri le sue dimissioni”. Francamente in queste vicende ci si aspetta un atteggiamento più distaccato da chi ha responsabilità della salute pubblica dei suoi cittadini (come il sindaco), senza supplicare il ritorno di un manager, che per motivi “personali” ha prima deciso di lasciare, per poi cambiare idea il giorno dopo. Il dubbio è che l’attività di garante della salute pubblica possa essere meno incisiva nei confronti di chi prima si è sostenuto fortemente. La giunta regionale ora sta cercando un precedente in tutta Italia, che non trova, per far rientrare Roseto. Il manager che cambia idea improvvisamente, e che ora dovrà dimostrare il doppio dell’autorevolezza nella difficile gestione della sanità brindisina, tra pressioni, rivendicazioni e inefficienze. E mentre tutto questo va in scena i tre ospedali del Brindisino combattono con lo stato di emergenza dichiarato dalla stessa Asl per mancanza di medici. E proseguono le inchieste della Procura per la morte di una donna di 70 anni deceduta mentre attendeva di essere visitata al Pronto Soccorso, e per quella mamma di 41 anni morta in ospedale qualche giorno dopo aver dato alla luce due gemelli. Le liste d’attesa si accumulano, tra agende chiuse e prestazioni urgenti fissate dopo sei mesi. Intanto si attende l’esito degli ispettori inviati dalla Regione all’ospedale Perrino. La relazione sarà pronta tra qualche giorno. Tra i dubbi, le forti pressioni, e le tante mancanza, forse ci vuol qualcosa di più che il ritorno di un manager dimissionario.
A Brindisi abbiamo una “classe dirigente” e una classe politica che il mondo intero ci dovrebbe invidiare, per la sua unicità…. E difatti, chi studia ed è capace, scappa via a gambe levate, e qui resta soltanto chi non ha prospettive o chi ha il suo posticino assicurato… dalla nascita, o per grazia ricevuta! E i risultati sono sotto gli occhi di tutti!
Beh signora Maria questa risposta , giustamente , carica di rabbia generalizza un bel po il profilo dei Brindisini , dovremmo vedere singolarmente ogni caso nelle famiglie di Brindisi, chi scappa a gambe levate indebolisce questa città anche perchè una volta fuori , la ricopre di cacca d’avanti a tutti. io sono per quei Brindisini che rimangono e che muoiono nel pronto soccorso anche senza prospettive , anche col posticino assicurato , ma coraggiosi e sopratutto amanti e difensori dei propri quartieri , della propria città..saluti