I superstiti: “Lo yacht aveva problemi sin dalla partenza”

BRINDISI- Indagini in corso per ricostruire la tragedia che si è consumata ieri nei pressi della diga di Brindisi. Quando uno yactht di 24 metri è andato a sbattere contro la parte esterna della diga, nell’incidente è morto lo skipper, Alessandro Colangeli 59 anni di Stimigliano di Rieti, mentre salvi gli altri due membri dell’equipaggio, un moldavo e un rumeno. E si parte proprio dalle loro testimonianze per mettere insieme i tasselli per ricostruire l’accaduto.

L’imbarcazione era partita da Rimini, era attesa al porticciolo turistico Marina di Brindisi per fare rifornimento ma anche per imbarcare alcuni turisti che avrebbero trascorso delle vacanze. Stando a quello che raccontano i membri dell’equipaggio la barca avrebbe  evidenziato dei problemi subito dopo la partenza da Rimini, avvenuta martedì mattina. Sin da subito quindi lo skipper si sarebbe reso conto che le pompe per lo scarico e carico dell’acque non funzionavano bene.  Dopo una giornata di navigazione, arrivati nelle acque di Brindisi lo yacht, visto anche le condizioni del mare, e i 25 nodi di vento, è diventato incontrollabile. Era in avaria. I due si sarebbero salvati perché tuffatisi prima, mentre il comandante sarebbe rimasto sino alla fine a bordo, cercando di salvare l’imbarcazione.

I due superstiti sono stati salvati dalla motovedetta della Capitaneria di porto, per recuperare lo skipper invece è stato necessario l’intervento dell’acqua scooter, arrivato in un secondo tempo, l’uomo è rimasto in mare oltre un’ora. E’ morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale, sarebbe deceduto per sfinimento, lo sforzo gli avrebbe provocato un infarto. Nelle prossime ore il pm della Procura di Brindisi che ha disposto l’autopsia conferirà l’incarico al medico legale Antonio Carusi.

Intanto dopo gli episodi di sciacallaggio nel luogo del naufragio, la zona è pattugliata, mentre questa mattina i poliziotti hanno trovato abbandonato in via della Torretta al rione Paradiso il motore della moto d’acqua dello yacht.

Lucia Portolano

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*