BRINDISI- “Noi siamo i tuoi giovani e siamo testimoni della verità”, scrive così’ una ragazza sulla pagina Facebook di don Francesco Caramia, un post correlato ad una foto che ritrae tanti giovani della parrocchia di Bozzano che sostengono un cartello con su scritto #noitestimonidellaverità. In tanti si schierano dalla parte di don Francesco, il parroco indagato per abusi sessuali sui minori. A difenderlo sono soprattutto i tanti giovani che da anni sono al suo fianco nelle tante iniziative della parrocchia della chiesa San Giustino De Iacobis. La sua pagina del social è stata inondata da questi messaggi, e i ragazzi hanno coniato l’hashtag “noitestimonidellaverità”, come se ciascuno di loro potesse così scagionare con il racconto della propria esperienza il parroco da questa terribile accusa. E sempre su facebook un altro ragazzo scrive: “È inutile scrivere quello che tu hai fatto per tutti noi e i sacrifici che hai sempre fatto… perché basta solo aprire gli occhi e guardare cosa hai costruito… l’unica cosa da fare è dirti GRAZIE don Francesco , grazie per avermi tolto dalla strada e dalle cattive compagnie, grazie per avermi fatto incontrare loro e per averci guidato, grazie per avermi insegnato la misericordia e il rispetto, grazie per tutto quello che hai fatto per noi, grazie per essere stato tutti questi anni con noi, e SOPRATTUTTO GRAZIE PER TUTTI I FUTURI ANNI CHE DOVRAI SOPPORTARCI..”
Intanto proseguono le indagini del nucleo investigativo dei carabinieri comando provinciale di Brindisi coordinati dal pm Giuseppe De Nozza. Approfondimenti necessari richiesti dopo il fascicolo aperto a carico del sacerdote sull’esposto presentato da un pediatra dopo i racconti di un ragazzo minorenne, che avrebbe riferito di aver subito circa 5 anni fa abusi sessuali da parte del prete. Per ora don Francesco si è dimesso anche a causa dei problemi di salute. Ma intanto la sua comunità parrocchiale si stringe intorno al suo parroco, ieri un comunicato ufficiale del consiglio pastorale che mostrava incredulità e vicinanza al sacerdote. Lo stesso sentimento arriva dalla città natale di don Francesco, Mesagne, dove molti cittadini sono garantisti e attendono l’esito delle indagini prima di commentare la notizia.
BrindisiOggi
E’ iniziato il processo mediatico. Nemmeno il tempo di capire dove si trova la parrocchia di don Francesco, che già si marcia in sua difesa. Di questo passo non sarà più possibile nominare nei processi la giuria popolare poiché i suoi componenti saranno influenzati da chi grida di più. Per fortuna di verità il can can che sta montando mentre non è escluso che danneggi l’indagato (non ancora imputato), ma sicuramente non influenzerà gli investigatori.
Come diceva un dottore della chiesa, si pecca anche per il troppo bene.
Cosa voglio dire?
Che in situazioni così delicate non si può essere colpevolisti o innocentisti aprescindere.
Lasciamo che i giudici facciano serenamente il loro lavoro.
Caro Direttore, Buon giornalismo!
Voglio esprimere alla Tua equilibrata testata e a quella altrettanto degna di stima dell’esperto Orlandini, la mia gratitudine per la Buona Informazione che riuscite a trasmettere dalle Vs. pagine. L’equilibrio con cui riuscite a trattare ogni argomento, e soprattutto questo, tanto delicato, che vede coinvolti, non il “Sacerdote”, ma un’intera Comunità che ha avuto e continua a riporre in Lui tanta fiducia, Vi fà ONORE!
Posso aggiungere che c’è chi, giornalaccio!!! (non faccio nomi per il rispetto che Ti porto) invece specula, facendo cattiva informazione e generando insicurezza, paura e angoscia. Il diritto fondamentale alla libertà di comunicare non significa libertà dell’odio, dell’arroganza, dell’ipocrisia. “Diritto alla libertà di espressione con la responsabilità di espressione”, Grazie per la Vs. civiltà!
Giovanni Caniglia
L’hashtag è #testimonidellaverita
Come si vede dalle foto in realtà l’ashtag è #testimonidellaverita (senza accento e senza noi)