I genitori dei bulli ora collaborano: “Non pensavamo potesse accadere”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine  ) “Sapevamo chi erano gli amici e chi frequentassero ma non immaginavamo che si potesse arrivare a tanto” così i genitori , ancora increduli, davanti alla polizia commentano l’ultimo episodio di violenza ai danni di una ragazzina di 12 anni verificatosi qualche giorno fa nel centro storico di Brindisi. Le famiglie sono state convocate in questura dopo che un gruppo di minori, maschie e femmine di età compresa tra gli 11 e i 13 anni, hanno aggredito una loro coetanea scampata al linciaggio solo grazie all’intervento di una sedicenne e della polizia. Il fatto è accaduto tra il Nuovo Teatro Verdi e piazza Santa Teresa. La vittima, rea , si fa per dire, di aver manifestato le sue attenzioni per un ragazzino, ha suscitato la rabbia di una sua coetanea che ha pensato bene di organizzare una spedizione punitiva con altri trenta minori. Una storia che ha dell’incredibile se si pensa che il branco ha tentato di aggredire la vittima in pieno giorno e senza  neppure conoscerla. Quest’ultima è stata salvata dall’intervento di una sua amica di sedicenne che per puro caso era nei paraggi e l’ha trascinata via, in fuga verso la propria abitazione dove hanno trovato rifugio. Il branco le ha inseguite ed ha tentato di sfondare la porta di casa a calci sino a quando non è intervenuto il padre della sedicenne ed ha allertato la polizia. Anche alla vista degli agenti i ragazzini hanno continuato a mostrare spavalderia convinti la minore età non avrebbe in ogni caso portato a conseguenza penali. In realtà, pur essendo non imputabili, è stato fatto un esposto al Tribunale dei minori ed i loro genitori sono stati convocati in questura. Qui molte famiglie erano ignare di ciò che combinavano i loro figli. Erano al corrente delle loro frequentazioni ma non di questi atti di violenza che tra l’altro stando alle testimonianze si ripetevano con una certa frequenza. Il gruppetto, infatti, è molto conosciuto in piazza Santa Teresa, e ci sarebbero altre ragazzine prese di mira spesso e volentieri. Ma quello che sorprende è che questi ragazzini, la cui età non supera i 13 anni, sono figli di insegnanti, professionisti, che vivono in contesti famigliari sani. “I genitori di questi ragazzi si sono subito mostrati disposti a collaborare- hanno detto dalla questura- hanno preso coscienza di ciò che è accaduto e ci stanno dando una grossa mano”.

Gli episodi di aggressione e di bullismo sono sempre più frequenti tra i ragazzini ma oggi grazie anche ad un’app messa a disposizione dalla Polizia di Stato è possibile segnalarli tempestivamente, anche in tempo reale. Si chiama Youpol ed è un’applicazione per smartphone entrata in funzione nel 2017 per favorire la segnalazione di specifiche ipotesi di reato. Con questa app si può inviare in tempo reale una descrizione o una foto di un reato a cui si è assistiti, in modo da lanciare l’allarme alla questura competente. Youpol può essere utilizzata per segnalare episodi di spaccio e bullismo ma viene estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche

L’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato; le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti.

È inoltre possibile dall’app chiamare direttamente il NUE, il Numero di emergenza Unico Europeo e dove non è ancora attivo risponderà la sala operativa 113 della questura.

Tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla sala operativa della questura competente per territorio.

Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima.

Anche chi è stato testimone diretto o indiretto, per esempio i vicini di casa, può denunciare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video. L’applicativo, nato dalla ferma convinzione che ogni cittadino è parte responsabile e attiva nella vita democratica del Paese, si può scaricare gratuitamente ed è disponibile per dispositivi Ios e Android. La segnalazione inviata alla polizia con Youpol non sostituisce la denuncia o la querela. In altre parole, l’applicazione serve solamente ad avvisare le autorità che è accaduto un fatto legato allo spaccio di droga, al bullismo o alle violenze domestiche. Possiamo dire che l’uso di Youpol equivale a un esposto, cioè a una segnalazione, che tuttavia non vincola le autorità a intervenire né a procedere con l’iscrizione all’interno del registro delle notizie di reato.

Questo significa che, se la polizia interviene dopo una segnalazione mediante Youpol ma il reato è perseguibile solamente su querela di parte, la vittima dovrà sporgere personalmente detta querela per consentire all’autorità giudiziaria di intraprendere un procedimento penale.

Il funzionamento dell’app Youpol è molto semplice e intuitivo. Innanzitutto, bisogna scaricare l’app su Google Play, compatibile con tutti i sistemi operativi dei più comuni smartphone.

L’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi e immagini agli operatori della Polizia di Stato.

Le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate, nel senso che le forze dell’ordine individuano immediatamente il luogo da cui è partita la segnalazione.

Il vantaggio di Youpol è quello di consentire la trasmissione di fotografie realizzate direttamente con lo smartphone, oltre che di un testo (di massimo 500 caratteri) con cui descrivere l’accaduto.

Youpol permette anche di chiamare direttamente la polizia, consentendo così di essere messi in contatto con un operatore disponibile all’ascolto. Si tratta della funzione chiamata di emergenza: un pulsante di colore rosso che mette in contatto direttamente l’utente con la sala operativa della questura in cui si trova il dispositivo, grazie alla georeferenziazione immediata del dispositivo segnalante e del luogo interessato dall’evento.

L’app Youpol, dunque, non consente solamente di inviare messaggi di testo e fotografie, ma anche di chiamare direttamente la polizia nei casi di urgenza.

Ad oggi alla questura di Brindisi proprio attraverso l’applicazione Youpol arrivano dalle cinque alle sei segnalazioni al giorno. Si tratta per lo più di segnalazioni legate allo spaccio di droga ma talvolta anche ad atti di bullismo. Le segnalazioni aumentano nel fine settimana. Essendo una applicazione per cellullare è particolarmente usata dai ragazzi. “E’ uno strumento immediato- dice Eugenio Cantanna, dirigente della sezione di PG presso la questura di Brindisi- i ragazzi ci segnalano in tempo reale la presenza, ad esempi, di soggetti sospetti che smerciano droga nei quartieri . Ma ci segnalano anche episodi di violenza e bullismo che riusciamo così subito ad isolare e ad evitare che si ripetano”. La diffusione dell’app tra i giovani è stata possibile grazie ad una campagna di sensibilizzazione capillare fatta dalla polizia nelle scuole di Brindisi . Gli agenti sono entrati nelle aule , si sono interfacciati con gli studenti prima e successivamente anche con i loro genitori che sono stati coinvolti dalle scuole. “L’app funziona- conclude Cantanna- e ci consente di dare una risposta ed un segnale forte alla città”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

1 Commento

  1. Siamo tutti genitori, e capisco quanto sia difficile a volte, ma a 12/13 anni i ragazzini dovrebbero trascorrere un po’ più di tempo in casa, in famiglia! Possibile che tutti i santi giorni dalle 17 sino a tarda sera non abbiano niente di meglio da fare che bighellonare per le vie del centro disturbando la quiete pubblica con urla, schiamazzi, parolacce irripetibili, imbrattando i muri dei palazzi, e se provi a riprenderli ti rispondono male? Dove dovrebbero imparare il rispetto degli adulti e dei beni altrui, se non in famiglia? Chi dovrebbe insegnare loro che se bevi la coca cola per strada non devi lasciare la lattina per strada? E i dodicenni che fumano, quando tornano a casa non c’è nessuno che si accorga che hanno fumato? A quell’età si è come una spugna, che assorbe principalmente il liquido in cui è immersa….

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