BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Suonano il piano o la chitarra, intonano i brani più famosi della musica italiana proprio come fossero piccole star ed ogni sera si esibiscono per i loro compagni di scuola e per il loro insegnanti, sono i giovani alunni dell’Istituto Comprensivo Cappuccini di Brindisi. Li chiamano “I concerti del cuore” ed ogni sera alle 21 vengono pubblicati sulla pagina facebook della scuola, si esibiscono i bimbi dell’Infanzia Pizzigoni, della Primaria Rodari e della Scuola Media Da Vinci di Brindisi, scuola Primaria Cappuccini-via Fulvia, non manca neppure la professoressa Rubino che canta “Fai rumore” di Diodato. Gli applausi non si sentono ma non mancano i like, i cuoricini, i commenti di apprezzamento e le condivisioni.
E’ questo un modo per sentirsi più uniti in un periodo in cui a causa dell’emergenza sanitaria tutti sono in permanenza forzata in casa. “E’ un’idea nata di comune accordo tra docenti e ragazzi- ha spiegato la dirigente scolastica, Rosetta Carlino- è un’occasione per i ragazzi di ascoltarsi tra di loro, di interagire con gli insegnati e talvolta anche con il coinvolgimento delle famiglie”. Con il flauto dolce Mattia suona “Inno alla Gioia” , mentre Alessandro canta una parodia di “Pasqualino Marajà” di Domenico Modugno con versi sul coronavirus. La piccola Rebecca canta e balla sulle note di “Il mondo non finisce mai” di Brusco mentre un elegantissimo Armando canta “Un vecchio frack” di Domenico Modugno. Grandi e piccoli, si esibiscono tutti e sono bravissimi. Trasmettono dal salotto di casa o dalla loro cameretta, si vestono a puntino come si addice a degli artisti provetti, i più piccolini aiutati da mamma e papà. Le esibizioni hanno una vera e propria programmazione che si estende sino al 3 aprile . “Abbiamo un team digitale che si occupa di elaborare i video con la educatrice musicale, la professoressa Maria Rosaria Palmisano- dice la dirigente- tutti questi video saranno poi raccolti in una sorta di diario che resterà come testimonianza, un ricordo da condividere”. Il progetto de “I concerti del cuore” vuole essere molto di più che un modo per trascorrere il tempo, è una occasione di crescita per i ragazzi di ogni età. Il coinvolgimento e la partecipazione anche dei più piccoli, gli alunni della materna, dimostra come con i giusti stimoli i bambini e i ragazzi riescano ad interagire e ad uscire dall’isolamento. “Non importa dove ci si trova- ribadisce la Carlino- l’importante è fare uscire i ragazzi dall’isolamento e dare un messaggio positivo soprattutto i un momento come questo”. L’Istituto Comprensivo Cappuccini non è nuovo all’uso degli strumenti informatici ed al metodo della didattica a distanza, tutt’altro. Questo Istituto sin dal primo momento in cui sono state applicate le misure di contenimento per il coronavirus ha avviato un programma di studio che attraverso applicazioni come Zoom, mettesse in condizione tutti gli studenti di ogni ordine e grado di lavorare tranquillamente da casa e interagire con gli insegnanti. “Dall’11 marzo sono attive le nostre aule multimediali- dice la dirigente- ogni giorno dalle ore 9.00 alle ore 12.00 si svolgono le lezioni valide per tutte le materie. I nostri studenti, quindi, al mattino seguono le lezioni e il pomeriggio svolgono i compiti assegnati. In questo modo si cerca di andare avanti con il programma”.
Gli studenti utilizzano Zoom una delle principali app di software per videoconferenza sul mercato che consente di interagire virtualmente, con questa app è possibile fare call di lavoro, webinar, corsi didattici online come per l’appunto le lezioni a distanza. L’utilizzo di Zoom presuppone il possesso di uno strumento informatico un pc o un telefono. Qualche studente in questi giorni era in difficoltà ma la scuola è riuscita in ogni caso ad intervenire e mettere tutti i ragazzi nelle condizioni di poter seguire le lezioni. “E’ stata solo una difficoltà iniziale- ha detto la Carlino- una difficoltà che è stata subito superata con la buona volontà di tutti. Può accadere, infatti, che in una famiglia vi sia un solo computer e magari di doverlo dividere anche con i fratelli. Oppure di dover conciliare l’utilizzo dello smartphone con i turni di lavoro dei genitori. Ma alla fine tutti riescono a seguire le lezioni e lavorare con i materiali didattici”. Stare a casa senza poter uscire da un lato ha ridotto la libertà di tutti ma dall’altro ha consentito di riscoprire alcuni valori di comunità spesso dimenticati. Questa esperienza per i ragazzi in ogni caso insegna qualcosa. “Vivono 24 ore su 24 con le persone che sono essenziali per la loro crescita-dice la dirigente- ciò che normalmente sembra scontato ora non lo è più perché i ragazzi scoprono nuove modalità di comportamento. Ed in tutto questo anche la scuola fa la sua parte. Io sono davvero soddisfatta della partecipazione dei ragazzi, una partecipazione compatta. Dall’inizio di questa esperienza abbiamo coniato una frase “Ci vediamo a casa”, in realtà è il titolo di una canzone di Dolcenera che abbiamo fatto nostra. L’abbiamo anche inserita nel nostro repertorio musicale. Ebbene con questa frase noi ampliamo anche il significato di scuola-famiglia”. Nella didattica a distanza dell’Istituto comprensivo Cappuccini non manca davvero nulla, nessuna materia scolastica è stata accantonata, gli studenti attraverso le video lezioni seguono anche l’ora di educazione fisica. Le famiglie sono state subito disponibili ad organizzare gli spazi per i loro ragazzi e con piccoli accorgimenti, un tappetino, una webcam posizionata a distanza e qualche mobile spostato qua e là, si riesce tranquillamente a fare lezione. “Entriamo nelle case delle persone, è vero, ma anche la privacy è tutelata-dice la Carlino- il Ministero dell’Istruzione non aveva ancora codificato questa modalità ma noi abbiamo subito istruito la pratica raccogliendo le adesioni dei genitori. Così c’è chi fa educazione fisica in salotto, chi in cameretta e con molta serenità si sente parte della classe”. La didattica a distanza è anche inclusiva, bisogna sottolinearlo. Non mancano nel programma anche lezioni specifiche per gli studenti diversamente abili o con particolari esigenze. “Ci sono attività specifiche per gli studenti diversamente abili, abbiamo studiato un programma apposito in modo tale che nessuno rimanga escluso- dice la preside- l’unico limite è quello del tempo, il tempo di attenzione che ha ciascun ragazzo speciale. Va da sé che ciascuno ha un’esigenza differente in questo senso, per cui le lezioni hanno una durata inferiore rispetto a quella tradizionale. Ma questo è comprensibile a tutti. Ora l’importante è restare a casa, seguire le regole ma non perdersi di vista, restare uniti. La scuola sta facendo tanto in questo senso, anche con la musica”.
Lucia Pezzuto per Il7 Magazine
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