CAROVIGNO- Droga, armi, furti in abitazioni e attentati incendiari ai danni di attività commerciali, quindici persone finiscono in manette, di queste sei in carcere e nove ai domiciliari.
L’operazione è stata condotta dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni con la collaborazione del Comando Provinciale di Brindisi e dell’11° Reggimento “Puglia”, supportati da un elicottero del 6° elinucleo e da unità cinofile.
Sono finiti in carcere: Giuseppe Antico, anni di Brindisi, Leonardo Di Latte, 34 anni di Carovigno, Nicolas Lanzillotti, 22 anni di Carovigno, Stefano Lospedale, 23 anni di Carovigno, Cosimo Nacci, 32 anni di Mesagne, Mirco Scatigna, 24 anni di Carovigno. Sono stati, invece, ristretti al regime dei domiciliari: Pasquale Camposeo, 19 anni di Carovigno, Salvatore Carrone, 19 anni di Carovigno, Pierluigi Carlucci, 21 anni di Carovigno, Salvatore Lanzillotti, 27 anni di Carovigno, Simonetta Misseri, 47 anni di Carovigno, madre di Nicolas Lanzillotti, Gianmarco Prodi, 25 anni di Carovigno, Iolanda Saponaro, 41 anni di Carovigno e Ugo Uggenti, 33 anni di Carovigno. All’appello manca un soggetto al momento irreperibile.
Le indagini partono a luglio 2017 e si concludono a novembre sempre dello stesso anno. Il sodalizio criminoso era dedito allo spaccio di grossi quantitativi di droga che veniva acquistata a Brindisi e smerciata a Carovigno per alimentare la movida per un giro d’affari che si aggirava intorno ai 50mila euro. Nel corso delle indagini i militari hanno sequestrato due chilogrammi di marijuana e diverse dosi di cocaina. Lo spaccio avveniva alla luce del sole, nelle piazze e tra la gente. In questa inchiesta sono stati arrestati anche una madre e un figlio, la donna, Simonetta Misseri, aiutava il figlio, Nicolas Lanzillotti, nella riscossione dei crediti di droga e nel fare il palo.
Non solo, durante l’attività di investigazione, attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali, i militari hanno scoperto che si stava progettando anche un attentato ai danni di un carovignese che aveva in qualche modo “mancato di rispetto al suocero di uno degli indagati”. I militari sono anche riusciti a sequestrare l’arma, un fucile a canne mozze. Nell’ordinanza di legge che uno di questi soggetti dice di aver sognato l’attentato, di aver sognato di sparare nella pancia alla vittima.
Alla base di tutto uno screzio tra due famiglie, una donna di Carovigno fidanzata con un mesagnese, quest’ultimo ordina l’attentato ai danni di un uomo che avrebbe offeso suo suocero. Il mesagnese lo ordina agli stessi carovignesi perché dice che è territorio loro.
Altro capitolo quello degli attentati incendiari sui quali i carabinieri stanno ancora investigando, le vittime non sono collaborative, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Brindisi, Giuseppe De Magistris, non abbiamo il movente. Nel mirino sono finiti imprenditori e attività commerciali di Carovigno.
I furti in abitazioni, invece, servivano ad alimentare le casse per l’acquisto e lo spaccio della droga.
BrindisiOggi
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