BRINDISI- Se il compito del cronista è quello di raccontare i fatti nella loro realtà, allora chi scrive deve ammettere che il primo quarto di gioco nella vittoriosa partita della Vanoli Cremona (80-86 il risultato finale), contro la Happy Casa Brindisi, è stato di una bellezza disarmante.
Sarebbe piaciuto per esempio, a Coach Paul Westhead, che alla Loyola Marymount ha perfezionato lo stile “run and gun” negli anni 80, o a Don Nelson e al suo discepolo preferito, quel Mike D’Antoni che ha giocato da avversario contro l’allora Bartolini Trasporti Brindisi, e che nella sua seconda vita da coach ha illuminato la NBA dell’inizio del millennio con i Phoenix Suns.
In buona sostanza la Vanoli Cremona nei primi dieci minuti ieri sera, ha combinato la fase difensiva con la velocità offensiva, arrivando al tiro prima dello schieramento della difesa della Happy Casa Brindisi, per far questo come ammesso dallo stesso Coach Sacchetti, occorrono interpreti del gioco che siano allo stesso tempo intelligenti e tecnici.
Steve Nash nei Suns di un tempo ne era il perfetto animatore, qui in Italia e ieri a Brindisi, Travis Diener e Peyton Aldrige ne hanno dato la loro versione, contribuendo in maniera pesante allo spaesamento difensivo di Brindisi che nel primo quarto (16-31, finale), sembrava incapace di contenere e offendere allo stesso tempo.
La Happy Casa Brindisi ha provato a entrare in gara nel secondo quarto cercando di inserire qualche granello di sabbia nell’ingranaggio perfetto della Vanoli, è arrivata anche a ridurre lo svantaggio intorno alla doppia cifra (23/37), grazie al solito Riccardo Moraschini che uscendo dalla panchina, ha svegliato dal torpore l’attacco dei brindisini con fisicità e arroganza nelle entrate a canestro.
Se il secondo quarto ha aperto una piccola breccia nel sistema di gioco di Cremona, è nel terzo periodo che Brindisi decide di dimostrarsi più spavalda.
Il punteggio scende sotto la doppia cifra di svantaggio per la Happy Casa Brindisi che si porta a 4 punti di distanza verso la fine del quarto, con l’ingresso in partita di John Brown e degli esterni Adrian Banks e Jeremy Chappell.
Ancora una volta, la confidenza nei propri mezzi unita a una buona dose di cuore sono la miscela giusta che consentono ai locali di chiudere il terzo quarto sul punteggio di (60/64), i brindisini sentono di poter dire la loro tirando fuori tutto il coraggio disponibile.
Nell’ultimo quarto la Happy Casa gioca anche due possessi per l’eventuale vantaggio, sciupati abbastanza malamente da Moraschini prima e poi da Rush, nella baraonda finale è Ruzzier che invece congela il risultato a favore di Cremona che vince la gara.
Amedeo Confessore
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