MILANO- Questa non è una favola. La vittoria della Happy Casa Brindisi in campo esterno contro l’Olimpia Milano (82-88), è il risultato di un lavoro costante che sposa il sacrificio e l’abnegazione.
È anche il vertice della pallacanestro eseguita dai giocatori e pensata da Coach Vitucci, una miscela che a Milano questa sera è stata dolcissima, reale e crudele nella sua verità.
Cerco di trovare piccoli fotogrammi nella mia mente per fissare i punti cardine intorno ai quali Brindisi ha esercitato il suo diritto di primeggiare nella classifica della Serie A di basket da questa sera, forse uno di questi è il piccolo break nel punteggio verso la fine del terzo quarto, con Harrison che prima turba l’attacco milanese con il recupero propedeutico alla schiacciata di Willis in campo aperto e poi, nel consueto stile da spavaldo alla Stephon Marbury in versione Knicks, si lancia a canestro subendo il fallo con la conseguente azione da tre punti che galvanizza tutto l’ambiente brindisino che non ha tempo di riprendersi da tanta bellezza che torna a stropicciarsi gli occhi quando vede Darius Thompson galleggiare in aria e concludere con uno spin in rovesciata degno del miglior Julius Erving in finale contro i Los Angeles Lakers.
Di solito il cinismo abbatte le mie migliori intenzioni quando scrivo di basket, sarà per le troppe partite che mi sono passate davanti agli occhi, o perché si tende sempre a rivalutare il passato pensando che la contemporaneità sia sempre in tono minore, ma questa sera la Happy Casa Brindisi ha davvero scritto una bella pagina di storia sportiva, per la tenacia e la costanza, per l’irruenza e la convinzione con cui sta giocando questo campionato in cui ora più che mai sentiamo la mancanza del respiro della gente che affolla le gradinate.
L’Olimpia Milano ha praticato il miglior basket che poteva, Shileds, Datome e LeDay i perni intorno ai quali si sono costruite le azioni più pericolose con Coach Messina che aveva avvertito in precedenza della serietà di questo impegno in quello che per Brindisi è un attestato di stima importante da parte di uno degli allenatori più importanti di sempre in Italia, ancora, Milano non ha però trovato conferme nella verticale tra chi gioca in punta e chi copre l’area, preferendo sviluppare il gioco sugli esterni che al momento sono l’arma principale della squadra sponsorizzata Armani Jeans.
La Happy Casa Brindisi non ha invece cambiato di una virgola il suo credo, eseguire, assegnare a attuare, lasciando un’enorme spazio da riempire con quella che io chiamo improvvisazione ragionata (il tiro di Willis da tre punti che chiude sostanzialmente la gara a pochi secondi dal termine), il gioco di occupare gli spazi giusti nell’economia di una gara da parte dei giocatori si sta dimostrando una delle prerogative più importanti per la squadra che occorre sottolinearlo ancora una volta viene guidata ed educata da Coach Vitucci come meglio non si potrebbe in questo momento.
Allora, la Happy Casa Brindisi è prima in classifica in questo Dicembre 2020 di silenzi e paure dovute alla pandemia ancora in corso, diventa infatti questo campionato un ricovero dalle ansie, un sostegno generale alla vita in sottrazione che viviamo in questo periodo, diventa una boa intorno alla quale recuperiamo le nostre certezze di sempre: la passione sportiva, l’orgoglio mai sopito di rivendicare il ruolo della città di Brindisi nel panorama sportivo della pallacanestro italiana.
Di questo ha merito l’organizzazione, i quadri e i tecnici, i giocatori e quell’aria levantina che fa sentire anche chi viene da lontano a casa propria, riuscendo a raggiungere questi risultati.
Forse ho scritto poco della partita, magari mi sarei dovuto dilungare sulla risposta concreta di Zanelli, Gaspardo e Krubally quando sono stati chiamati in causa, avrei dovuto scrivere di come Moraschini rimane un giocatore eccelso e di quanto Perkins (speriamo che il suo infortunio sia lieve), sia importante nel quadro complessivo della Happy Casa, poi Willis e Bell che applicano spesso fosforo quando se ne avverte la mancanza, e Thompson e Harrison che è nato ad Anchorage e a me fa sempre venire in mente quella canzone di Michelle Schocked che si intitola proprio Anchorage e che parla di una ragazza che lascia la città in Alaska per trovare nuove fortune a New York, e insomma come al solito unisco i puntini delle cose che mi piacciono per cercare di trovare un senso logico al fatto che la Happy Casa Brindisi è al primo posto.
Per un attimo mi sono fermato e ho pensato: questa non è una favola.
Tabellini
AJ Olimpia Milano: Shields 14, Punter 8, Datome 16, Tarczewski 8, LeDay 14, Brooks 4, Micov 3, Moraschini 8, Roll 7.
Allenatore: Ettore Messina
Happy Casa Brindisi: Willis 16, Harrison 20, Thompson 16, Bell 6, Perkins 13, Gaspardo 8, Krubally 4, Zanelli 5.
Allenatore: Francesco Vitucci
Amedeo Confessore
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