Guerra nel Pd sulla Tap, sindacato e legambiente attaccano Blasi

BRINDISI- Sergio Blasi, segretario regionale del Pd, continua a sostenere il trasferimento del progetto del gasdotto della Tap da San Foca a Cerano nella marina di Lendinuso così da trasformare a gas qualche gruppo della centrale termoelettrica Federico II. Ma Brindisi non ci sta, nella giornata di ieri i consiglieri regionali  brindisi del Pd hanno mostrato la loro contrarietà. “Se lo spostamento del progetto è la vittoria di Lecce su Brindisi- afferma Pino Romano, consigliere regionale- se lo scordino. Potremo accettare uno spostamento a Lendinuso, lui è di San Pietro Vernotico, a condizione che vi sia l’utilizzo del gas per qualche gruppo della centrale di Cerano, quindi la riduzione del carbone e le royalties per i bilanci dei Comuni”. Romano dice questo sapendo già che non vi sarà nessuna trasformazione della centrale. Tradotto significa che sulla questione nel Pd vi è una forte frattura. In realtà il sito di Brindisi, scelto in un primo momento con tanto di conferenza stampa della società alla Cittadella della Ricerca, è stato poi bocciato dopo diversi studi a causa della presenza della poseidonia e non solo, per questo Tap ha studiato un’altra sede. Le carte in mano alla commissione Via del ministero non fanno alcun cenno di Brindisi, ipotesi bocciata anche qualche mese fa dall’amministratore dell’azienda.

Ma oggi per attaccare Blasi scendono in campo sindacati e Legambiente, apportando ovviamente due ordini di ragioni diverse. Flaei Cisl Puglia  difende l’operato di Enel e la necessità di andare a carbone. “Ora ci chiediamo, come si può non cogliere che oggi nel sistema mondiale l’unica fonte energetica che in se può coniugare l’esigenza di contenimento dei costi e di efficienza produttiva, è il carbone- si chiede Nicola Nibbio della segreteria regionale- E come non si possono cogliere gli sforzi che Enel ha messo in campo, con ingenti finanziamenti (circa 300 Milioni di euro), per abbattere con le migliori tecnologie disponibili l’impatto ambientale, grazie sicuramente alla mobilitazione popolare, ma se permettete alla durissima battaglia messa in campo dal sindacato”.

Legambiente invece apporta della ragioni tecniche, Doretto Marinazzo consigliere nazionale dell’associazione ambientalista evidenzia omissioni e contraddizioni nella fase istruttoria, la non strategicità dell’opera e lo studio di fattibilità. “per contestare l’opera – afferma Marinazzo- la politica deve apportare argomentazioni forti.  Come la presenza di Poseidonia ed aree SIC o ZPS, per la quale non è  stata richiesta la Valutazione d’Incidenza Ambientale e non una semplice richiesta di spostamento”

 BrindisiOggi

1 Commento

  1. La solita “pièce”: non a casa mia, a casa tua! Non c’è niente da fare la politica (i politici) non riescono ad andare oltre la difesa del piccolo orticello!

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