Guai per il gestore del Guna beach, scavi e costruzioni senza autorizzazioni

BRINDISI- Scavi non autorizzati e palizzate in legno senza alcuna documentazione, nei guai lo stabilimento balneare brindisino Guna Beach, in località Apani nell’area limitrofa alla riserva naturale di Torre Guaceto. Blitz della polizia municipale di Brindisi, a seguito delle segnalazioni di alcuni bagnanti ma anche della direzione di Torre Guaceto. Al loro arrivo gli agenti, sotto il coordinamento del comandante Teodoro Nigro, hanno  verificato la presenza di alcuni mezzi speciali da scavo intenti a movimentare terreno vegetale. Non solo,  ma sono state realizzate delle palizzate in legno fronte mare violando norme edilizie, urbanistiche e paesaggistiche. Intanto è in corso l’accertamento tecnico per  la verifica di “alcuni prefabbricati di significative dimensioni posti a servizio strumentale” del lido organizzato. A causa della mancanza di adeguata documentazione e delle specifiche autorizzazioni , la polizia municipale ha inviato l’informativa di reato agli uffici della Procura di Brindisi.

Il consorzio di Torre Guaceto, diretto da Alessandro Ciccolella, aveva segnalato alla comando della polizia municipale un intervento di aratura di un terreno agricolo a ridosso della falesia, attività che avrebbe destabilizzato questa area, già sottoposta a sequestro dopo che il crollo della falesia provocò la morte di un giovane ricercatore. Inoltre la direzione dell’area protetta è intervenuta anche nei confronti della Capitaneria di porto chiedendo la demanializzazione di un tratto di bagnasciuga e mare nella zona di Apani che rientrerebbe in una proprietà privata. È stata infatti montata una staccionata in riva al mare con un cartello con su scritto zona privata.  In realtà è vero, questo tratto è di proprietà di un privato. Come se il mare fosse di qualcuno.

“Abbiamo chiesto alla Capitaneria di porto- spiega Ciccolella– la demanializzazione di questa area, è assurdo che la proprietà privata arrivi sino al mare”.

Lu.Po.

 

 

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