Gli operai sul nastro trasportatore: “Vogliamo scendere, ma abbiamo bisogno di atti concreti”

BRINDISI– Da quell’altezza Brindisi appare in tutta la sua bellezza, se non fosse che sono a circa 40 metri dal suolo per far sentire la loro voce, per attirare l’attenzione su uno dei problemi più gravi di questo territorio: la mancanza di lavoro, la fine della loro cassa integrazione, e un appalto che potrebbe non essere rinnovato. Sono rimasti un’altra notte al freddo i cinque operai della ditta Sogesa che da mercoledì mattina hanno occupato come segno di protesta il nastro trasportatore di Edipower. Il primo giorno erano in sette, poi sono diventati cinque, due di loro sono stati colti da malore e finiti in ospedale. Protestano in nome dei 24 dipendenti Sogesa,  la ditta che si occupa delle pulizie industriali all’interno della centrale termoelettrica ferma ormai da dicembre. Il 30 aprile finirà l’appalto e all’orizzonte non  c’è alcuna speranza che venga rinnovato.

Padri di famiglia, con un futuro occupazionale appeso ad un filo, così come loro hanno appeso le tute bianche da lavoro sul quel nastro che trasporta carbone nero. Non scenderanno sino a quando non avranno certezze dalla A2A, l’attuale proprietaria della centrale Edipower, che ancora non ha presentato un piano industriale. “Noi vorremmo scendere, vorremmo vedere le nostre famiglie- spiega uno dei manifestanti, Roberto De Nicola- ma abbiamo bisogno di gesti concreti. Lo dobbiamo anche per i due colleghi che si sono sentiti male. La prima notte faceva troppo freddo. Una protesta che vale per tutti,  non vogliamo la chiusura di questa centrale, in questo territorio non c’è lavoro, vogliamo però che sia rispettato l’ambiente, anche noi abbiamo dei figli”.

Gli operai si sentono circondati dal sostegno di tante famiglie brindisine, sul nastro trasportatore sono arrivati tantissimi cestini di cibo, e loro hanno chiamato la Caritas affinchè fossero donati a persone bisognose.

 La vita li sù non è facile. Il vento degli ultimi giorni ha reso la permanenza più difficile. Dormono nella parte interna del nastro trasportatore, e dopo  quattro giorni sono molto provati, ma non intendono  mollare. Hanno creato un profilo facebook: “La protesta nastri edipower”, dove lanciano i loro messaggi ed hanno pubblicato alcune foto di questi quattro giorni sospesi sul nastro.

  Intanto si attende la risposta di A2A, la società proprietaria della centrale Edipower, sulla richiesta fatta  dal Prefetto Prete, dal sindaco Consales e dai sindacati  di  prorogare per altri due mesi l’appalto, il tempo di vedere il piano industriale e le reali intenzioni dalla società milanese.  Il vertice in Prefettura ha dato una settimana di tempo ad A2A, sette giorni a partire da giovedì scorso.

Lucia Portolano

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