Gli espulsi scrivono a Cesa: ” Ricorreremo alle vie legali”

BRINDISI- Sembrava che fosse finita con  una semplice espulsione dal partito. Ed invece i due consiglieri comunali espulsi dall’Udc Massimo Pagliara e Antonio Ferrari si rivolgono all’avvocato e chiedono spiegazioni al partito, minacciando di ricorrere alle vie legali se non avranno una risposta plausibile. Ed è già ovvio che per lo loro non sarà plausibile.

La lettera a firma dell’avvocato Giacomo Greco è stata inviata ai vertici del partito dell’Udc, al segretario provinciale Argese, regionale Sanza e nazione Cesa.  Gli espulsi vogliono conoscere le motivazioni della decisione della segreteria provinciale, che avrebbe assunto questo provvedimento dopo una relazione stilata dal coordinatore cittadino Epifani.  Motivazioni che, a dire dei due consiglieri, non sarebbero mai state rese note. Inoltre i due avrebbero appreso della decisione prima dagli organi di informazione  e poi dal partito. Insomma vogliono delle giustificazioni.

In realtà l’espulsione è avvenuta dopo che il sindaco Consales aveva denunciato l’atteggiamento di alcuni consiglieri comunali che continuavano ad avanzare richieste personali. Il sindaco non ha però mai fatto i nomi, aveva fatto solo riferimento ai consiglieri comunali assenti durante un consiglio comunale. E quel giorno i due mancavano. A fronte di tutto questo nella lettera dell’avvocato Greco si legge. “ Ne discende che la pubblicità della espulsione, avvenuta dopo che il sindaco di Brindisi aveva pubblicamente lamentato di essere stato oggetto di pressioni e richieste personalistiche da parte di alcuni consiglieri della maggioranza, appare palesemente finalizzata a ledere la personalità, l’immagine politica e la dignità dei miei assistiti, ormai pubblicamente etichettati come “espulsi” o addirittura “dissidenti. Preme, in proposito, sottolineare che gli “espulsi”, non essendo iscritti al Partito, non sono soggetti alla disciplina statutaria; che, comunque, la massima sanzione disciplinare non è stata irrogata dall’organo statutariamente competente; e che non sono mai stati esplicitati i motivi della sanzione, a parte la generica ed ingiuriosa affermazione contenuta nella citata nota del Segretario Provinciale, secondo cui sarebbero state ravvisate “ gravi violazioni dei doveri morali e politici che arrecano gravi pregiudizi al partito”. 

Alla fine della missiva l’avvocato lancia l’avvertimento: o comunicate il contenuto della relazione cui si fa riferimento Ciro Argese, i fatti specifici sui quali si baserebbe la sanzione disciplinare e iter procedurale seguito dagli organi statutari, o altrimenti tra sette giorni adireremo le vie legali.

Ma il partito di Casini fa sonni tranquilli, loro le motivazione ce l’avrebbero. Loro sono sereni.

BrindisiOggi

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