BRINDISI– Le associazioni ambientaliste tornano all’attacco e chiedono a gran voce la chiusura della centrale Edipower. Convinte che la promessa di A2A di 250 posti di lavoro non sia altro che uno specchietto per le allodole reclamano la dismissione dell’impianto che sorge a due passi dal centro abitato. Italia Nostra, Legambiente, WWF Brindisi, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, ACLI Ambiente, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Salute Pubblica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente scrivono : “Chiediamo pertanto alle forze politiche locali di sostenere con determinazione la coerente presa di posizione del Sindaco sulla chiusura dell’impianto. E di sostenerlo nell’attuazione dell’impegno rivolto a demolire, senza ulteriori ritardi, i due gruppi della centrale inattivi con la connessa bonifica e a predisporre tutte le necessarie misure di supporto alla preparazione di una ordinanza contingibile e urgente di chiusura della centrale. Non va invero dimenticato che tale chiusura che fu già decisa con gli accordi del 1996, puntualmente disattesi a danno della comunità. Una situazione che oggi ci consente di rivendicare a voce alta quello che dovrebbe essere un diritto acquisito derivante da quegli accordi”.
Così concludono: “Nessuno dimentichi che la questione della centrale di Brindisi nord assume poi caratteri di particolare gravità ove si consideri che essa è la punta dell’iceberg di un problema ben più ampio, quello di un polo energetico che comprende la mega centrale Enel di Cerano e altre industrie di non marginale impatto ambientale”.
BrindisiOggi
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