Giovane brindisino morto sulla Vespucci, chiesto il rinvio a giudizio per cinque della Marina

BRINDISI- Chiesto il rinvio a giudizio di cinque ufficiali della Marina Militare per la morte di Alessandro Nasta, il capo nocchiere brindisino  che ha perso la vita sulla nave Amerigo Vespucci dopo essere caduto da un albero maestro.  Un volo che non lasciò via di scampo per il ragazzo, che morì all’ospedale di Civitavecchia subito dopo il trasporto in elicottero. Il 29 enne è morto il 24 maggio 2012. La procura della Repubblica di Civitavecchia ha chiesto il processo per il  capo di Stato maggiore Giuseppe De Giorgi, all’epoca dei fatti comandante in capo della Squadra navale, per l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, allora capo di Stato maggiore della Marina, per l’ammiraglio Bruno Branciforte, già capo di Stato maggiore della Marina, per il capitano di fregata Domenico La Faia, perché comandante della nave s Vespucci e  il capitano di fregata Marco Grassi, come comandante in seconda.

Sono accusati a vario titolo   imprudenza, negligenza e imperizia ed in particolare per il mancato rispetto della normativa di settore sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro.

I familiari di Alessandro da quel giorno non si danno pace, chiedono la verità sulla morte del loro figlio. La loro battaglia legale è portata avanti dagli avvocati Giorgio Carta e Francesca Giangrasso,

Secondo gli avvocati l’incidente è stato determinato della mancanza di adeguate misure di sicurezza e a causa del superlavoro cui sarebbe stato sottoposto il militare il giorno della sua morte.  “Non accuso nessuno, mi faccio solo tante domande- affermò Marisa Toraldo (madre di Alessandro Nasta) in un’intervista a BrindisiOggi- Tra questi interrogativi c’è quello  sui dispositivi di sicurezza, se erano sufficienti per quella manovra. Mio figlio era attaccato a due moschettoni, ma alcuni suoi colleghi mi hanno riferito che a un certo punto bisogna sganciarli perché non è possibile utilizzarli, lì proprio dove sarebbe caduto Alessandro. Stiamo parlando di 56 metri.”

“ Mi dicono- disse ancora la mamma – che dopo la morte di mio figlio sono arrivati dei nuovi moschettoni. E’  solo una coincidenza? E poi quei turni che vengono applicati, Alessandro aveva fatto la guardia di notte e poi era di comandata”.

BrindisiOggi

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