Giorno e notte sulle strade, giovanissime che si vendono per 10 euro

BRINDISI – Si chiamano Anna, Sofia, Jessica, Antara e sono giovanissime (i nomi sono di fantasia ndr). Alcune sono anche minorenni, le altre no. Lavorano dalla mattina fino alla sera. Si prostituiscono sulle strade della provincia di Brindisi, soprattutto nelle zone di Mesagne, Latiano, Francavilla Fontana. Si vendono per poche decine di euro, non di più, questo mercato negli ultimi tempi è salito vertiginosamente. Sono schiave e sono così sfruttate per vendere il proprio corpo per un tozzo di pane.

Sono belle, vestono abiti succinti, spesso anche molto volgari e sono sedute su una sedia, reggono un cellulare e quando all’orizzonte intravedono un’auto (non importa se all’interno ci sono bambini) si piazzano al centro della carreggiata, anche con movenze ‘particolari’, e cercano di fermare il mezzo con l’intento di acchiappare un nuovo cliente. La maggior parte di loro ha dai 24 ai 30 anni e si prostituiscono. Parlano più o meno bene l’italiano e riescono a farsi capire da chi è interessato alle loro prestazioni sessuali.

L’attività svolta dalla ragazze, che arrivano soprattutto dall’Africa e l’Europa dell’Est, è svolta in diverse zone della provincia: si concentra soprattutto nel comune di Mesagne, nei pressi del centro commerciale Auchan, solitamente il loro ‘posto fisso’ sono le complanari, quella che si dirige verso la Cittadella della Ricerca e quella che, invece, porta verso Latiano, nei pressi di Tenuta Moreno. L’altra zona ormai ‘fissa’ è la complanare nei pressi della strada statale 7 altezza Latiano Ovest. Lì ce ne sono ogni giorno almeno quattro-cinque. Super truccate, a volte anche senza abiti addosso, oppure vestono con abiti molto provocanti. A volte, pur di accalappiarsi un cliente, se le danno di santa ragione finendo anche in ospedale (come è già avvenuto nei mesi scorsi ndr).

Quello della prostituzione, ormai, è un fenomeno in espansione anche in provincia di Brindisi. Alcune ragazze quando da lontano si accorgono delle forze dell’ordine fuggono facendo perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti, altre invece restano forse incoraggiate dai documenti in regola.

prostituteA confermare la tendenza in aumento sono anche le forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che negli ultimi tempi, hanno rafforzato i controlli nelle zone riconosciute come ‘posto fisso’ delle prostitute. La vigilanza da parte loro è sempre più intensa nonostante la scarsità delle risorse e dei mezzi per assicurarsi che nessuna delle ragazze sfruttate, schiavizzate e ridotte a vendersi per un piatto di pasta subisca anche soprusi in ordine fisico o violenza in strada.

Due giorni fa, infatti, gli agenti di polizia del commissariato di Mesagne hanno fermato quattro prostitute di origine bulgara, una ganese e un’altra ragazza di origine nigeriana. Tutte molto giovani, la loro età si aggira sui 25anni e sono state bloccate mentre cercavano – stando al racconto dei poliziotti – di adescare i clienti con atteggiamenti provocatori proprio spostandosi al centro della strada creando, così, pericolo per l’incolumità degli automobilisti nonché per se stesse.

I poliziotti hanno poi accertato che le quattro donne bulgare alloggiavano presso un hotel brindisino e sarebbero giunte a Mesagne con i mezzi pubblici. Tre di esse non hanno una residenza sul territorio, pertanto si può ritenere siano senza fissa dimora. Una, invece, registra una residenza nella provincia di Como. La nigeriana e la ganese, invece, residenti a Bari, raggiungono Mesagne, a loro dire, col treno. La ganese, all’atto di salire a bordo dell’auto della pattuglia di polizia, si è data alla fuga nelle campagne circostanti raggiungendo la statale 7 e facendo così perdere le sue tracce.

Tutte sono stati condotti in questura a Brindisi. L’Ufficio Immigrazione ha proceduto alla verifica della regolarità dei soggetti sul territorio nazionale; il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica ha provveduto all’attività di foto-segnalamento, la Divisione Anticrimine, accogliendo la proposta di adozione del foglio di via obbligatoria dal Comune di Mesagne formulata dall’ufficio polizia di Mesagne, ha preparato invece il provvedimento che veniva notificato alle parti.

Alla fine sono stati emessi cinque provvedimenti di divieto di far ritorno nel Comune di Mesagne per la durata di tre anni a carico delle quattro donne bulgare e della ragazza nigeriana che esercitavano l’attività di meretricio nella pubblica via.

Insomma, per le ragazze è una vita difficile, fuggono sì dal loro paese di origine credendo di raggiungere l’Italia o un altro Paese europeo con la speranza che la loro vita possa cambiare e trasformarsi in vita ‘normale’, dignitosa, ma purtroppo così non è e sono costrette a vendere il proprio corpo per tornare in stanza di albergo o di un alloggio e avere un pasto caldo e passare una notte più o meno tranquilla.

(Foto da internet)

Maristella De Michele

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