BRINDISI – Oggi, 21 marzo, si celebra la Primavera ma non a caso anche la Giornata mondiale della sindrome di Down 2018. Una giornata che ha l’obiettivo di sfatare stereotipi e pregiudizi sulle persone che hanno questa sindrome approfondendone la conoscenza sia in termini scientifici che sociologici, nonché di creare una nuova cultura che guardi alla disabilità come ad un bacino sorprendente di risorse e capacità, e non solo una mera somma di limiti e deficit.
La giornata, riconosciuta dalle Nazioni unite nel 2012, è stata istituita nel I° giorno di primavera per ricordare la caratteristica genetica alla base di tale sindrome (trisomia della coppia cromosomica 21).
L’Aipd Brindisi è da 20 anni impegnata attivamente sul territorio cittadino e della provincia al fine di supportare, promuovere ed ampliare il raggio d’azione delle persone con sindrome di Down, dalle prime fasi di accoglimento della diagnosi da parte della famiglia, ad una corretta integrazione scolastica e sociale, fino ad un reale e produttivo inserimento lavorativo.
Dice Serena, una giovane donna con sdD: “Una persona Down ha la trisomia 21, cioè ha un cromosoma in più rispetto alle persone normali, ma la differenza secondo me non è poi così tanta. Io, dicendo questo ho capito di essere Down, ma mi considero una persona normale anche se mi ci vuole tempo a capire e a fare le cose. Io vorrei essere una farfalla per volare in alto e non fermarmi mai e andare sempre avanti per la mia strada che sarà molto scoscesa e ripida.”
Attraverso il tema scelto per il 2018, “Il mio contributo alla società”, (#WhatIBringToMyCommunity #WDSD18) si vuole evidenziare il valore aggiunto che le persone con sdD portano nel mondo della scuola, del lavoro, del tempo libero e combattere i pregiudizi che le vedono ancora solo come persone da assistere.
Negli ultimi 40 anni in Italia ci sono stati molti cambiamenti, si è allungata l’aspettativa di vita, tutti i bambini con sdD frequentano la scuola di tutti, è cresciuto il loro livello di autonomia e circa il 12% degli adulti ha un lavoro, grazie all’impegno di queste persone, delle loro famiglie e delle Associazioni. Ancora molto però c’è da fare.
BrindisiOggi
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