BRINDISI- Avevano monopolizzato il parcheggio nei pressi del tribunale gestendo il traffico e facendosi pagare, denunciate quattro persone e sequestrata l’area. La Polizia Locale di Brindisi, guidata dal comandante Antonio Orefice, ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dal Dott. Vittorio Testi, g.i.p., su richiesta del P.M. Antonio Negro, del parcheggio latistante il tribunale, area di proprietà del Comune, la cui gestione è affidata alla partecipata BMS srl.
Risultano indagati F. P., 37 anni, A. P. 40 anni, tra di loro fratelli , R. G. 61 anni e R. L. 36 anni, in quanto, in concorso tra loro, occupavano arbitrariamente la suddetta area onde averne la esclusiva disponibilità per esercitare abusivamente l’attività di parcheggiatore, per poterne trarre profitto.
Gli stessi sono, altresì, indagati in quanto in luogo pubblico e in presenza di diverse persone offendevano l’onore e il prestigio dei Pubblici Ufficiali della Polizia Locale di Brindisi mentre compivano un atto d’ufficio e quindi nell’esercizio delle loro funzioni.
I reati sono scaturiti a seguito di specifica delega di indagine da parte della Procura della Repubblica di Brindisi che, tramite la polizia locale , ha effettuato apposita attività investigativa (anche mediante appostamenti e registrazioni audio-video per un prolungato periodo di tempo). Era noto – e le attività di indagine lo hanno dimostrato – come la gestione del parcheggio da parte della BMS srl fosse impedita o, comunque, gravemente ostacolata dalla contestuale presenza in zona dei soggetti dediti all’esercizio abusivo di analoga attività. Le indagini hanno verificato come gli indagati, in particolare i fratelli, gestissero l’area e dirigessero le operazioni di parcheggio delle autovetture con modalità collaudate, tanto che gli stessi, quasi sempre senza nemmeno farne richiesta, né spostarsi dalla sedia dalla quale, quotidianamente, “dirigevano” il traffico, ricevevano “spontaneamente” il denaro.
Ad un certo punto la società BMS srl, al fine di ovviare ai continui danneggiamenti e manomissioni dei parcometri e della segnaletica verticale posti all’interno dell’area e alla conseguente impossibilità di gestire il servizio di parcheggio, aveva modificato le modalità di pagamento, predisponendo la consegna manuale dei ticket di parcheggio da parte degli ausiliari presenti nell’area; tuttavia, ciò nonostante, gli indagati continuavano a dispensare “direttive” inerenti il corretto posizionamento dei veicoli e chiedevano “chiarimenti” ai responsabili di BMS srl, lì presenti. Tali episodi si sono ripetuti nel tempo e, nelle numerose occasioni in cui personale della polizia locale interveniva per prevenire atti vandalici contro la segnaletica ed il parcometro (che in alcune occasioni venivano danneggiati ad opera di ignoti), gli stessi agenti – e in alcune occasioni, il Comandante Orefice – della Polizia Locale erano destinatari di frasi dal contenuto denigratorio e intimidatorio.
La perseveranza e la resistenza ad opera degli indagati nel contrastare l’espletamento del servizio pubblico raggiungeva uno dei suoi apici il 10 maggio scorso quando i jersey posizionati per impedire l’accesso all’area attraverso un “varco” secondario, spostato ad opera di ignoti, veniva ripristinato ad opera della medesima Multiservizi: durante tali attività di ricollocazione e rafforzamento delle barriere interveniva la madre dei due uomini indagati , che impediva la prosecuzione dei lavori, posizionandosi nei punti ove le barriere dovevano essere collocate. La Grazioso, allontanata dall’area, grazie all’intervento del personale della polizia locale, si spostava all’ingresso “principale” del parcheggio, bloccando fisicamente le auto che tentavano di farvi accesso e, unitamente alla nuora e ad un’altra donna, circondavano il parcometro, impedendo di fatto, agli avventori, di acquistare i ticket-parcheggio, costringendo così gli ausiliari della BMS di riavviare la consegna manuale dei biglietti. La medesima dinamica si ripeteva anche nei giorni seguenti.
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