BRINDISI-Al momento è uno dei suoi più convinti sostenitori in terra di Brindisi, ma sulla questione Tap il consigliere comunale di Si democrazia Roberto Fusco, non è d’accordo con Michele Emiliano. Nella giornata di sabato l’avvocato ha incontrato l’ex magistrato, in questa occasione gli ha spiegato le ragioni dell’opposizione all’approdo della TAP a Brindisi.
“Il territorio brindisino è stato per decenni violentato da troppi insediamenti industriali ad elevato impatto ambientale (petrolchimico, centrale a carbone di Brindisi Nord, Centrale a carbone di Brindisi Sud, ecc.)- afferma Fusco- sicché si deve solo diminuire la presenza di tali impianti, e non aggiungerne altri.”
Fusco fa sapere di aver ricordato a Emiliano che le promesse del governo nazionale e dell’ENEL di chiusura della Centrale di Brindisi Nord e di integrale metanizzazione della Centrale di Cerano Brindisi Sud entro l’anno 2004 sono state disattese.
“Ho ricordato – aggiunge Fusco- come tali promesse, indussero nel 1996 il Comune di Brindisi ad accettare il mega impianto termoelettrico a carbone ENEL di Cerano Brindisi Sud, di 2.660 megawatt, revocando la famosa ordinanza contingibile ed urgente del Sindaco Arina del 1994 che ne impediva l’entrata in esercizio, ordinanza che aveva retto l’impugnativa dell’ENEL dinanzi al TAR e dinanzi al Consiglio di Stato, ritenendo tali Magistrature nocivo il contemporaneo esercizio di entrambi tali impianti a carbone. Promesse di chiusura e di metanizzazione scritte in forma di precisi e vincolanti obblighi nella Convenzione del Sindaco Maggi del 1996 – sottoscritta persino dinanzi a notaio – entrambe non mantenute, con la conseguenza che nel corso di tutti questi anni ben due centrali termoelettriche a carbone sono rimaste contemporaneamente in esercizio nel territorio di Brindisi, con gravi danni per la salute della popolazione.”
Per tali ragioni, Si democrazia dice di non crede più alle promesse dell’ENEL o del Governo, ed ha ribadito la propria contrarietà ad accettare l’approdo di un impianto come la TAP, costituente comunque un’infrastruttura invasiva per il territorio di Brindisi.
BrindisiOggi
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