Furti: ” I proprietari hanno pagato per riavere l’auto ma nessuno ha mai denunciato l’estorsione”

ORIA- Cinquanta mezzi rubati, ventidue restituiti ai legittimi proprietari con il cosiddetto “cavallo di ritorno” e nessuna denuncia per estorsione. E’ una storia che ha dell’incredibile quella dei furti d’auto ad opera della banda oritana conosciuta da Taranto sino al basso Salento. I carabinieri della stazione di Oria che hanno condotto le indagini, oltre alle denunce di furto, non hanno mai raccolto denunce per estorsione eppure per la restituzione dei mezzi le vittime pagavano da 500 a 2mila euro. “Tanto si sapeva- spiega il comandante provinciale, Giuseppe, De Magistris- a rubare le auto, si diceva che erano quelli di Oria”. Le trattative per la restituzioni dei mezzi duravano anche giorni, una vera e propria contrattazione del prezzo ma mai a nessuno è balenata l’idea di denunciare. Le indagini quindi sono state condotte sulla base delle informazioni raccolte dagli investigatori che da semplici elementi come abbigliamento o l’andatura sono riusciti a identificare i presunti responsabili. I mezzi dopo essere stati rubati restavano in stand by per qualche giorno in attesa che le stesse vittime si mettessero in contatto con la banda dei ladri, se in caso contrario nessuno reclamava la vettura questa veniva smembrata e rivenduta un pezzo per volta. Gli episodi contestati sono circa cinquanta ma non si esclude possano essere anche di più. L’organizzazione era piuttosto dinamica e si spostava con facilità nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto. Divisi in due squadre si facevano i turni, uno operava di giorno e uno di notte. Chi era già ristretto ai domiciliari si muoveva soprattutto durante le ore notturne.

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