BRINDISI – (da Il7 Magazine) Il dirigente ai servizi Finanziari del Comune di Brindisi, Simone Simeone, suona la campanella ed avverte sindaco e giunta che i conti del piano di pre dissesto, approvato a gennaio, non sono stati rispettati. Mancano all’appello oltre 3 milioni di euro, ed il Covid non c’entra nulla. Per le mancate entrate addebitate all’emergenza Covid si spera nei trasferimenti che arriveranno dallo Stato: al netto delle minori spese il governo stanzierà alcune risorse, che per Brindisi dovrebbero ammontare a circa 4milioni e 600mila euro. Ma questo non andrà a compensare lo squilibrio che allo stato attuale si è verificato a causa della mancanza di alcune voci che pur inserite nel piano pluriennale non sono state rispettate. Si tratta di uno squilibrio no per Covid che si aggira tra i tre e i quattro milioni di euro.
Lo scrive nero su bianco Simeone in una lettera inviata al sindaco Riccardo Rossi e alla giunta, al segretario generale e al Collegio dei revisori dei conti.
Il piano di predissesto approvato dal consiglio comunale nella prima decade di gennaio è ancora in fase di istruttoria al Ministero. A questo si chiede di allegare il bilancio di previsione del 2020 e il rendiconto. Entrambi gli atti non sono però stati ancora approvati. Un bilancio di previsione era stato già stilato in fase di piano di predissesto, d’altronde senza quel documento non si sarebbe potuto redigere il piano. Ma tra gennaio e febbraio il piano non è mai stato approvato, ed ora le cose sono cambiate, e il bilancio va rivisto. L’assessorato agli Servizi finanziari, guidato dall’assessore Cristiano D’Errico, ha chiesto una relazione ai dirigenti di tutti i settori affinchè comunicassero le nuove entrate e uscite. Ma non tutti hanno ancora inviato gli atti. “I parziali riscontri da parte dei dirigenti di aggiornate quantificazioni di entrata e spesa impediscono, di fatto – scrive Simeone – la puntuale determinazione del disavanzo. Sulla base delle informazioni fino ad oggi raccolte queste impattano sulla precedente struttura di bilancio, approvata con deliberazione del 9 gennaio, per un importo non inferiore ad oltre 3 milioni di euro”.
Insomma rispetto al piano approvato si è fuori di oltre 3milioni. Per approvare il piano il Ministero vuole conoscere se gli impegni assunti sono stati rispettati almeno in questi primi sei mesi. E non detto che possa arrivare anche una bocciatura. Bisognerà così rimettere mano al bilancio di previsione e modificare le voci per far quadrare i conti rispetto agli impegni. L’amministrazione Rossi ha un grosso economico: deve riformulare i servizi erogati e tagliare le uscite, che tradotto significa meno servizi e la possibilità dell’aumento della Tari (la tassa sui rifiuti).
In merito a questo il dirigente scrive: “Nel caso in cui si volessero applicare le tariffe Tari 2019 anche per l’esercizio 2020, si avrebbe un introito tari di 21.138.134 euro contro una previsione di entrata di 21.568.000 euro con una riduzione dei entrata di circa 450mila euro. A tal proposito si ricorda che il disposto legislativo ha previsto che, dove l’Ente dovesse utilizzare questa ipotesi, dovrà predisporre il ricalcolo in base al piano finanziario 2020 entro il 31 dicembre 2020 e l’eventuale differenza andrà imputata a carico dei contribuenti nel calcolo delle tariffe tari 2021 2022 e 2023. Al fine di ridurre l’impatto economico sul bilancio 2020, è urgente adottare il piano finanziario 2020 ed applicare da subito le nuove tariffe”.
Ma cosa ha determinato lo squilibrio del piano di predissesto? Perchè il piano al momento non è stato rispettato? Nella relazione del dirigente vengono menzionate varie voci. Dagli affidamenti alla Multiservizi al mancato accordo di programma con la Regione sulla discarica di Autigno, dai bandi deserti sulla vendite degli immobili comunali tra piscine e Farmacie alla riconferma di alcuni servizi sociali che il piano aveva indicato come sospesi e che invece l’amministrazione ha continuato ad erogare. Insomma sul piano si è scritta una cosa e nella realtà si è compiuto altro. Andando per ordine.
Accordo con la Regione su Autigno. Mancanza del contributo regionale di 1milione di euro che la Regione aveva promesso al Comune di Brindisi per i costi di gestione della discarica di Autigno anche se questa non fosse entrata in funzione. “A tal proposito – afferma Simeone nella relazione – viene segnalata la “Mancata finalizzazione a tutt’oggi di accordo di programma di Autigno”.
Multiservizi. Il dirigente evidenzia la difficolta a predisporre il bilancio preventivo a causa dell’assenza del piano industriale della Multiservizi. “Ad oggi – si legge nell’atto – non risulta depositata alcuna proposta di piano industriale e quindi non è possibile esprimersi sugli equilibri della società partecipata e sulle conseguenti scelte dell’Amministrazione. E’ doveroso evidenziare che tali scelte vanno necessariamente esplicitate negli atti programmatori dell’Ente anche alla luce del regolamento approvato dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 15 del 10 febbraio 2020 che prevede l’approvazione preventiva del bilancio di previsione triennale in base agli indirizzi espressi”. Inoltre in merito al contratto dei parcheggi dice: “Ad oggi risulta regolarmente sottoscritto il contratto relativo ai parcheggi dell’Ente per il primo trimestre, ma non risultano riversate le relative somme introitate; inoltre vengono formulate dall’Amministratore della BMS srl diverse eccezioni nella gestione del servizio”.
Debito fuori bilancio. Ad oggi stanno emergendo ulteriori debiti fuori bilancio non previsti nel piano e non risultano predisposte tutte le istruttorie di quelle evidenziate nel piano stesso.
Vendita Patrimonio. Non risultato offerte fatte a valere sui bandi pubblicati; e non sono stati pubblicati tutti i bandi così come previsto nel piano di riequilibrio. Il dirigente si riferisce alla mancata vendita delle Farmacie comunali e delle due piscina di Contrada Masseriola e di Marimisti a Sant’Elia. Nessuno ha presentato un’offerta.
Per quella di Sant’Elia si ipotizza comunque una proroga del contratto agli attuali gestori.
Situazione di cassa. Desta particolare preoccupazione la situazione di cassa dell’Ente che per tutto l’esercizio 2020 è sempre stata in anticipazione. Nonostante l’anticipo delle risorse a valere sul fondo di solidarietà comunale e ulteriori anticipi di trasferimenti statali, la cassa è in negativo di oltre 13,5 miloni. Lo scenario dei prossimi mesi sarà sostanzialmente caratterizzato da sole spese, in quanto non è stata ancora programmata l’emissione del ruolo della Tari, sono stati sospesi le riscossioni di alcuni tributi.
Servizi sociali. Il piano prevedeva il taglio del 20 per cento di tutti i servizi sociali, con la sospensione dei servizi sociali non obbligatori come Adi (assistenza domiciliare) e Sad, oltre all’aumento delle tariffe degli asili nido. Questo allo stato attuale non è stato rispettato.
Concessioni cimiteriali. La previsione di rilascio di concessioni cimiteriali per l’importo di 1.695.000,00 euro che finanziano la spesa d’investimento per l’importo di 650.000,00 euro ad oggi riporta un accertamento di soli 41.189,67 euro.
Permessi a costruire e opere di condono. La previsione di rilascio permessi di costruire e di oneri da condono per un totale di 2.011.000 euro che finanziano la spesa corrente per 525.696 euro ad oggi riporta un accertamento pari ad 188.312,000 euro.
Il dirige conclude che per scongiurare eventuali situazioni di squilibrio, è necessario prevedere che gli appalti per i servizi, segnalati come non obbligatori per legge, compresi quelli della Multiservizi, abbiano durate più brevi, ma con possibilità di proroghe, o in alternativa la previsione contrattuale della riduzione dell’affidamento. “Si evidenzia – aggiunge – che in caso di squilibrio la manovra tributaria è ammissibile e potrebbe riguardare solo la Tosap aumentabile sino al 50% mentre per gli altri tributi, essendo le aliquote già stabilite al massimo, è possibile l’eliminazione di eventuali riduzioni ed esenzioni”. In ultimo, Simeone segnala che è necessario ripristinare gli equilibri di bilancio con urgenza per fronteggiare la già precaria situazione di cassa evitando ulteriori manovre da parte dell’Ente che comportino lo slittamento del pagamento se non compensate da trasferimenti statali. “Non è possibile escludere nell’immediato futuro – conclude – che si creino nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le ordinarie modalità. Tale fattispecie comporterebbe la dichiarazione di dissesto finanziario”.
L’assessore al Bilancio ammette le difficoltà ma getta acqua sul fronte. “Brindisi non è un comune da dissesto sino a quando nel bilanci vengono inserite e sostenute spese non obbligatorie – spiega il componente della giunta – Ora stiamo chiudendo con affanno il rendiconto 2019 perché tutti gli uffici hanno subito dei rallentamenti per il Covid. Quando avremo tutte le relazioni dei dirigenti passeremo al bilancio previsionale che potrebbe slittare al 30 settembre. Allora saranno stabilite le modifiche e si deciderà politicamente su quali servizi intervenire per recupera i 3 milioni di squilibrio”.
Lucia Portolano
tra le altre…..studiare un piano di condoni edilizi.