Francesco: “Vi racconto come è morto mio padre, ora la magistratura faccia chiarezza”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Era disteso con lo sguardo vitreo, aveva il volto cianotico e spento ma soprattutto ho notato che il tubo del respiratore era staccato e l’ossigeno continuava ad uscire disperdendosi nell’aria”. Questa è l’ultima immagine che Francesco Formica, un giovane brindisino, ha di suo padre Gualdo deceduto lo scorso 12 giugno nel reparto di pneumologia dell’ospedale Perrino di Brindisi. L’uomo ammalato di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, aveva 67 anni ed era stato ricoverato il giorno prima del decesso semplicemente per una serie di controlli. “Tutto sommato mio padre stava bene quando è arrivato in ospedale- racconta Francesco- aveva la pressione alta e i medici ci avevano detto che si trattava semplicemente di uno squilibrio elettrolitico, sodio e potassio basso, ma che con una flebo sarebbe andato tutto a posto”.

La famiglia di Gualdo dopo queste rassicurazioni , quindi, non poteva lontanamente immaginare ciò che sarebbe accaduto da lì a 24 ore e soprattutto che la scoperta l’avrebbero fatta proprio loro, i parenti, che il giorno dopo erano ritornati convinti che il loro caro sarebbe stato dimesso. Gualdo da una prima analisi sarebbe morto soffocato, il tubo dell’ossigeno che gli consentiva di respirare era staccato dalla gola e nessuno, tra medici e infermieri, se ne era accorto. “L’infermiere del turno di notte mi aveva mandato l’ultimo messaggio alle sette del mattino, poco prima di staccare, dicendomi che mio padre era vigile e stava bene- racconta Francesco- alle 10.30 quando sono arrivato in camera mio padre era morto ma nessuno lo sapeva”. Gualdo Formica era solo in quella stanza attaccato ai macchinari, il respiratore, di proprietà della famiglia, e il macchinario dell’ospedale che misura i parametri vitali. “Quando sono entrato in stanza il respiratore emetteva il suono d’emergenza ma il macchinario dei parametri era muto, nessun segnale, nessun allarme. Quando ho capito quello che era successo ho chiamato medici e infermieri che in quel momento stavano effettuando il giro di visite. Ho aspettato un po’ prima che arrivassero ma quando sono entrati in stanza e si sono resi conto della situazione, il respiratore staccato dalla gola e mio padre immobile nel letto, mi hanno fatto uscire dalla stanza. Ovviamente era troppo tardi. Mio padre era morto e chissà da quanto”. Gualdo Formica si è spento così, solo in quella stanza di ospedale tradito da respiratore che sino a quel momento lo aveva tenuto in vita e soprattutto senza che nessuno se ne accorgesse e potesse aiutarlo. “Quando abbiamo ricoverato mio padre abbiamo chiesto se potevamo restare per assisterlo ma ci è stato detto che non era necessario perché c’era già il personale medico e infermieristico. Ci hanno detto di stare tranquilli. A dire il vero, poi, conoscevamo l’infermiere che avrebbe fatto il turno di notte, per cui ha fatto la cortesia di mandarci un messaggio a fine turno e rassicurarci sulle condizioni di papà”. Il turno dell’infermiere finisce quindi alle sette del mattino, sino a quel momento Gualdo è vivo. Tre ore e mezza dopo, invece, il figlio Francesco lo trova morto. La famiglia Formica ha subito sporto denuncia e la Procura di Birndisi ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo. I macchinari sono stati sequestrati e venerdì 22 sarà eseguita una perizia, tutto questo in attesa dell’autopsia sul corpo del povero Gualdo.

“Mio padre combatteva la SLA da circa tre anni, ma non si era mai arreso -dice Francesco- La diagnosi era stata fatta a giugno del 2015, quando lui ancora lavorava nell’Agenzia del Territorio. Sino all’ultimo ha cercato di lavorare ma nel frattempo si recava a Roma presso il centro Nemo, specializzato per i malati di SLA. Man mano che la malattia andava avanti si è reso conto che non poteva più andare a lavoro per cui abbiamo chiesto il prepensionamento, gli mancava un anno per andare in pensione, ma la situazione peggiorava. Fino a dicembre sono riuscito anche portarlo a fisioterapia ma poi zoppicava troppo e non ce l’ha fatta più”. La SLA è una malattia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale, colpisce alcune particolari cellule nervose, i motoneuroni, che garantiscono funzioni diverse come: camminare, parlare, respirare, deglutire e impugnare oggetti. Un malato di SLA ha bisogno di una assistenza h.24. “ Non abbiamo mai pensato di portarlo all’ospedale Perrino perché non è attrezzato, il reparto di pneumologia è stato riaperto da poco ma per la degenza di un malato di SLA non ha i macchinari- dice Francesco- Ad esempio non hanno la macchina della tosse, exsufflator, che serve a ripulire il paziente dai muchi, o quella per la nutrizione. E’ evidente che per andare Roma la spesa non era indifferente, tra l’altro bisognava andare in autoambulanza. Per questo non eravamo tranquilli qui a Brindisi ma alla fine si trattava di un ricovero di poche ore. Era in una stanza singola, ci hanno dato una macchina della nutrizione ma era rotta così abbiamo portato la nostra da casa, il respiratore era anche il suo personale così abbiamo insistito per avere un macchinario che controllasse i valori vitali”. Ora Gualdo non c’è più e la moglie Carmela, il figlio Francesco e il resto della famiglia vogliono sapere cosa è successo veramente in quella stanza lo scorso 12 giugno tra le 7 e le 10.30 del mattino. “Non è inusuale che il tubo del respiratore si stacchi dalla gola se la persona ha un singulto, un colpo di tosse- spiega la presidente dell’AISLA, l’associazione malati di SLA, di Brindisi, Maria Rosaria Passaro- ma se c’è un infermiere, un medico o qualsiasi altra persona che assiste, il paziente può essere soccorso. La nostra associazione segue 40 malati di SLA in tutta a provincia di Brindisi, ma il nostro lavoro non è semplice perché manca una rete che metta insieme i volontari e la sanità. Sino a qualche tempo fa la Regione Puglia sovvenzionava gli incontri tra l’AISLA e i medici, ora non più, la convenzione non è stata più rinnovata da dicembre scorso. Quello che è accaduto a Gualdo non deve più succedere. Gualdo era una persona brillante, con tanta voglia di vivere nonostante le difficoltà della malattia. Ad ottobre abbiamo fatto una raccolta fondi per l’associazione lui è stato con me tutta la giornata”. A fare chiarezza sulla morte di Gualdo Formica ora c’è la magistratura, ma non appena saranno chiare le cause e le circostanze del decesso, la Asl di Brindisi potrebbe aprire un’inchiesta interna. “Siamo addolorati per la perdita di questa famiglia e al momento non possiamo esprimerci su ciò che è accaduto perché sta operando la magistratura- dice Giuseppe Pasqualone, direttore generale della Asl di Brindisi- ma se dovesse essere necessario non esiteremo ad aprire un’inchiesta interna. Tuttavia, mi preme dire, che il reparto è dotato di tutti i macchinari necessari per accogliere un malato di SLA. Mi sembra davvero strano che un medico possa aver chiesto alla famiglia di portare i propri. Anche il respiratore, il reparto ne è dotato, ve ne sono tanti quanti sono necessari per coprire venti posti letto. In caso contrario non avremmo avuto le certificazioni necessarie per aprire. Se poi qualcuno è stato così superficiale da far portare al paziente il proprio macchinario, a questo punto chi ha sbagliato si assumerà le proprie responsabilità. Ma prima di allora siamo piuttosto cauti e attendiamo la magistratura”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

2 Commenti

  1. Ho conosciuto gualdo per motivi professionali. Non avevo notizie di lui da tempo. L’ho conosciuto come una persona mite e con un volto che sapeva sorridere a chi si rivolgeva a lui. Mi ha rammaricato molto sapere della triste notizia. Penso che avrebbe avuto diritto a lasciarci in maniera diversa. Invece prima la malattia e poi questo dramma. Una fine che appare ingiusta. Tuttavia dobbiamo sforzarci di guardare la nostra vita con gli occhi di Dio che ama ciascuno di noi in maniera unica e ringraziarlo per ció che ci ha dato e non giudicarlo per ció che ci toglie. Dio agisce in maniera misteriosa e niente accade che Lui non lo permetta. Anche attraverso le presunte “colpe” degli uomini. Senza questa visione la vita molto spesso può apparire incomprensibile ed ingiusta. Sicuramente Gualdo ha vinto la sua battaglia, ha vinto il premio ed ora è nella vita vera che non finisce mai. Pregheró per lui e per i suoi cari -che non conosco- perché possano nutrire questa speranza ed avere la pace.

  2. CARO FRANCESCO,HO CONOSCIUTO A SUO TEMPO IL TUO AMATO GENITORE GUALDO FORMICA GIA’OTTIMO DIPENDENTE DELL’AGENZIA DEL TERRITORIO DI BRINDISI E ANCHE PARENTE DEL NOSTRO CARISSIMO SENATORE E MINISTRO RINO FORMICA SOCIALISTA DOC.HO GIA’ AVUTO MODO DI DICHIARARE CHE PRESSO L’OSPEDALE PERRINO SI HA IL DIRITTO DI ENTRARVI VIVI PER ESSERE CURATI E DI USCIRNE POSSIBILMENTE GUARITI E SENZA ULTERIORI DANNI.SONO CONVINTO CHE LA MAGISTRATURA BRINDISINA SAPRA’ ACCERTARE LE RESPONSABILITA’CHE DOVRANNO EMERGERE DALLA PROCEDURA DI ACCERTAMENTO DEI FATTI E DELLE OMISSIONI DI CURA.COMUNQUE VI ABBRACCIO E VI INVITO A NON DESISTERE PER ACCERTARE LA VERITA’ PERCHE’ LA MORTE DI UN PADRE CI LASCIA TUTTI UN GRANDE DOLORE.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*