OSTUNI – Resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale: di questo è accusato Giampaolo Parisi, 22enne di Ostuni, arrestato dalla sezione delle Squadre Volanti del commissariato di Polizia ostunese.
Parisi è stato arrestato da una pattuglia della sezione Volanti di Ostuni nel corso di un normale servizio di pattugliamento del territorio. La Volante avrebbe intimato l’Alt ad un motorino: a guidarlo, senza casco, Parisi. Poco prima, il giovane sarebbe stato notato in compagnia di un noto pluripregiudicato del posto, anche per questioni connesse allo spaccio di droga. Dopo aver rallentato, con un colpo di acceleratore il giovane si sarebbe dato alla fuga. Dopo un inseguimento, i poliziotti lo avrebbero fermato in un vicolo del centro storico del Comune ostunese.
Alla richiesta di documenti, il giovane si sarebbe rifiutato, aggiungendo che non avrebbe preso ordini da nessuno, che avrebbe fatto solo quello che gli impone la legge e che non poteva essere fermato dalla Polizia da lui non riconosciuta come organo istituzionale, perché non era pregiudicato e non poteva subire un controllo da persone, a suo dire, che non hanno niente di meglio da fare che perdere tempo in questo genere di situazioni. Chiedendo collaborazione al giovane, uno dei due poliziotti sarebbe stato offeso e minacciato di ripercussioni imminenti: un atteggiamento condito con frasi del tipo “ti devo fare una faccia gonfia di schiaffi, chi cazzo ti credi di essere, sbirro di m…”.
A quel punto, per poter procedere alla perquisizione personale per verificare l’eventuale presenza di armi e droga, il giovane, non senza fatica e con resistenza, è stato condotto in commissariato. Una volta in ufficio, avrebbe rifiutato la presenza di un legale perché nessuno avrebbe potuto effettuare un controllo sulla sua persona, dicendo inoltre che ciò che si stava compiendo, costituiva un abuso, chiedendo di uscire dall’ufficio perché “pieno di puzza di m …”.
Mentre gli agenti procedevano con il controllo personale del giovane, Parisi avrebbe continuato a minacciarli facendo supporre loro che conoscesse modelli e numeri di targa delle vetture degli agenti e dei loro familiari: un modo per convincerli a lasciarlo stare, aggiungendo che se lo avessero lasciato stare avrebbe permesso loro di effettuare un’importante operazione di polizia.
Procedendo con la perquisizione, gli agenti sarebbero stati ripetutamente colpiti da Parisi, per evitare che portassero a termine l’atto ispettivo: le ferite riportate da un agente, dopo le cure del caso, prevedono 3 giorni di prognosi.
A quel punto, è intervenuto il Commissario Albano, ma anche nei suoi confronti l’atteggiamenti di Parisi sarebbe stato sfrontato ed irriguardoso, proseguendo con le minacce a lui e alla sua famiglia: se non lo avessero lasciato in pace, Parisi avrebbe dichiarato di poter rovinare la loro vita, facendo un “casino enorme”, aggiungendo che “non era il caso di sporcarsi personalmente le mani con i poliziotti, bastava dare 200 euro ad un albanese per il servizio…”.
Dopo l’arresto, per Giampaolo Parisi sono scattati i domiciliari nella sua abitazione. Una volta condotto a casa, avrebbe continuato a minacciare che, una volta nuovamente libero, l’avrebbe fatta pagare a chi lo aveva arrestato perché, a suo dire, “non stava bene di testa”.
BrindisiOggi
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