BRINDISI- Teatro Verdi in difficoltà economica, licenziata la dirigente Daniela Angelini. Una delle prime assunte dalla costituzione della Fondazione ai tempi dell’amministrazione Mennitti. Il consiglio di amministrazione a fronte delle poche risorse, dopo l’uscita della Provincia e l’abbandono di alcuni sponsor, compreso Enel, aveva presentato un piano di ridimensionamento anche degli stipendi dei dipendenti, compreso il direttore artistico. L’accordo non è stato raggiunto con Daniela Angelini, il suo emolumento era di circa 3600 euro al mese. Ad Angelini era stata proposta una riduzione del 60 per cento, mentre un taglio del 50 per cento era stato richiesto per il direttore artistico Carmelo Grassi, su un contratto da 65mila euro all’anno. Riduzione del 10 per cento invece per gli altri dipendenti per un mensile di circa 1200 euro.
Nella nota diffusa dal portavoce della sindaca si legge: “ L’Amministrazione comunale, all’atto del suo insediamento, (tenuto conto dell’uscita del socio Provincia di Brindisi) ha deciso di intervenire sulla Fondazione “Nuovo Teatro Verdi” per tentare di risanare bilanci largamente in perdita da anni e che incidevano in maniera sensibile sulle casse del Comune. Tra l’altro, ha dovuto prendere atto del quasi totale azzeramento del fondo di dotazione originario.”
Il Cda della Fondazione ha proposto un piano d’impresa, il ridimensionamento di tutti i costi, a partire dal contenimento di tutti quelli generali, sino ad arrivare a quello del personale (con l’obiettivo comunque di tutelare tutti i posti di lavoro).
“Già a settembre- si legge ancora- è stato proposto alla dirigente, al direttore artistico e agli altri dipendenti di accettare un ridimensionamento dei contratti per far sì che si potesse avviare un piano di contenimento delle spese senza operare tagli sui posti di lavoro. Mentre il direttore artistico e gli altri dipendenti, consapevoli della situazione economica di estrema difficoltà, hanno accettato la proposta avanzata dal Cda, la dirigente – nonostante varie sollecitazioni – ha ritenuto di non aderire al tentativo di accordo e non ha accolto la proposta di ridimensionamento dei suoi emolumenti (che incidevano da soli al 50 per cento del totale della spesa del personale).”
A fronte di questa scelta, e visto la situazione altamente deficitaria della Fondazione, il Cda ha proceduto alla cessazione del rapporto con la stessa dirigente.
Per ora la dirigente non vuol dire nulla, avrebbe appreso del suo licenziamento solo questa mattina. Ma la storia pare essere solo all’inizio.
BrindisiOggi
“….bilanci largamente in perdita da anni e che incidevano in maniera sensibile sulle casse del Comune…..”. Eccolo, questo è il vero SCANDALO NAUSEANTE, la vera VERGOGNA. La solita baracca della politica, il solito buconero inghiotti soldi pubblici, la solita partecipata ricettacolo di raccomandati e ruffiani della politica, il solito covo di nullafacenti trincerati dietro un non ben identificato “scopo culturale ed artistico”. Questi sono i danni alla spesa pubblica, questi sono gli sperperi, queste sono le piaghe da risanare, i bubboni da eliminare. Come mai qui nessuna inchiesta dei tanto valenti e solerti inquisitori del regime? Ordine di passare oltre? Oppure in questi casi non vi è possibilità di montare un bel processo mediatico-populista? E mi fermo qui…….
Nn si può tagliare uno stipendio…..