BRINDISI- La segnalazione arriva direttamente dal carcere, una fonte che per gli investigatori si è rilevata attendibile che ha trovato i suoi riscontri. Droga che arrivava ad alcuni detenuti del carcere di Brindisi, a portala sarebbe stato un agente della polizia penitenziaria che tesseva rapporti e amicizie con noti malviventi della città. I carabinieri della compagnia di Brindisi in collaborazione con la polizia penitenziaria scoprono il traffico e arrestano tre persone. In manette l’assistente capo della Polizia penitenziaria Salvatore Papadonno brindisino di 48 anni, in servizio nel carcere di via Appia da diversi anni, tornano in cella Aldo Cigliola, 42enne, volto noto alle forze dell’ordine, e Vito Braccio, 33 anni, entrambi di Brindisi accusati di aver venduta la droga. I due erano ai domiciliari.
Attraverso accertamenti tecnici, intercettazioni ambientali e telefoniche, sarebbe stato verificato che l’agente avrebbe introdotto la droga, sia “il fumo” che la “bianca” durante l’orario di servizio soprattutto di sera quando c’erano meno controlli.
La fonte avrebbe rilevata nomi, luoghi, orari e circostanze, poi tutte verificate dai carabinieri alla guida del maggiore Cristiano Tomassini e della stessa polizia penitenziaria al comando dell commissario Ilaria Lomartire.
Le indagini sono state coordinate dal pm Milto De Nozza, le ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Maurizio Saso sono state eseguite questa mattina. I tre sono accusati a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Papadonno, che deve rispondere di aver acquistato, detenuto e trasportato in carcere cocaina e hashish, è stato condotto nel carcere di Lecce. “Non è un’indagine che ci ha fatto piacere- afferma il procuratore capo Marco Dinapoli- abbiamo scoperto uno spaccato insospettabile. Ci ha sorpreso come un agente avesse dei rapporti di amicizia così stretti con dei malviventi. Lo stesso Papadonno era un assuntore di sostanze stupefacenti”.
Nelle intercettazioni vengono fuori infatti alcuni dei legami. “manda i saluti a…ed abbracciarlo forte….”, “dobbiamo fare un regalo a questi ragazzi”.
Durante l’indagine qualche mese fa, nell’autunno scorso fu arrestato con 400 grammi di hashish anche Gianfranco Centonze, latitante per qualche giorno e poi beccato al Casale dai carabinieri. “Ci addolora molto quello che è accaduto- afferma il commissario Lomartire- ma è un caso circoscritto. Il carcere resta un presidio di legalità”.
Lucia Portolano
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