BRINDISI – Supermercato Ipercoop all’interno della galleria “Le Colonne” di Brindisi, la signora con trasportino e cucciolo di pincher viene invitata a lasciare il cane in auto o niente spesa per stavolta. Veto assoluto di entrare, cane al guinzaglio o in braccio che sia. “Non può proprio entrare” deve averle negato la guardia giurata perché la donna, sentendosi vittima di ingiustizia, ha avvisato gli animalisti. A rendere nota la storia che sta già facendo il giro del web grazie ai social network (finisce anche su un sito di informazione politica con tanto di citazione del decreto del Presidente della Repubblica che risale al 1954 che ammette i cani al guinzaglio negli esercizi pubblici) è l’Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, che promette battaglia. Presenterà, infatti, un esposto alla procura di Brindisi per fare in modo che venga rispettato il decreto del presidente Luigi Einaudi del 1954.
Ma l’obiettivo dell’associazione animalista è di permettere l’ingresso dei cani al guinzaglio e di altri animali nei supermercati (tranne la zona alimentare dove vorrebbero si allestiscano delle apposite aree di ospitalità per fido e micio) e nei negozi, perché è pur vero per rispetto di tutti, anche degli stessi possessori di animali, che il cibo che viene acquistato per passare sulle nostre tavole sia sicuro e pulito.
“Il caso di Brindisi è emblematico della ignoranza in materia di normativa di libero accesso degli animali nei negozi e nei locali pubblici – dicono Lorenzo Croce e Antonella Brunetti rispettivamente presidente e pro-presidente vicario di Aidaa – nel caso specifico andremo in procura perché venga fatto rispettare il decreto del presidente della repubblica del 54 in materia di polizia veterinaria anche cosi come richiamato recentemente dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, ma quello che noi vogliamo sessantanni dopo è che il diritto venga esteso a tutti i negozi, senza alcuna limitazione. Certo – concludono Brunetti e Croce – è indispensabile anche una nuova cultura della tutela e dei diritti degli animali, ma anche occorre spiegare ai sindaci e ai rappresentanti locali che una legge si rispetta, non si interpreta, e quindi vanno abolite tutte le ordinanze, i regolamenti e le altre porcherie che vietano a livello locale o regionale l’ingresso degli animali nei locali pubblici, e chi è contrario se ne faccia una ragione punto e basta”.
Carmen Vesco
Dal 1° gennaio 2005 microchip obbligatorio per i cani in tutte le Regioni.
Egregio Sig. Bresolin, la inviterei a leggere la L.R.del 3 aprile 1995 n.12 art.3 riguardo l’anagrafe canina e l’art.4 riguardo il contrassegno di riconoscimento degli animali, secondo una direttiva regionale.Il tutto è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n.111 del 17/10/1996
Giusto la legge va rispettata, infatti è dal 1954 che i cani al guinzaglio sono ammessi negli spazi pubblici.
Per guidare un motorino serve la patente. Anche per andare a caccia o per fare mille altre attività. E sono regolate tutte da leggi dello Stato. Perchè non una scuola per i proprietari dei cani? Perchè si traccia un assegno e non un cane? Perchè non una anagrafe canina? Pensiamoci bene. Qualunque Sindaco può emettere un’ordinanza. Ma non “qualunque” sindaco predispone gli strumenti perchè venga “rispettata”. Occhio al termine “rispettata”.(d.b.)