BRINDISI- Fiammata della torcia , i No al Carbone presentano esposto in Procura.
Dopo l’ennesima fiammata di una delle torce del petrolchimico, avvenuta il 2 luglio scorso, proprio nel giorno in cui con dichiarazioni pubbliche i dirigenti Versalis e il Primo Cittadino esprimevano ampia soddisfazione per la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria del cracking, il gruppo dei NO al Carbone hanno deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica.
“Un’area SIN come quella di Brindisi, considerata ad elevato rischio di crisi ambientale e di incidente rilevante- dicono- richiede attenzione costante da parte delle istituzioni alla TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA DELLA CITTADINANZA. Si assiste invece ad uno sconcertante silenzio e immobilismo da parte degli enti preposti, dal Comune, alla ASL, all’ARPA”.
Ma quello delle torce non sarebbe l’unica preoccupazione , in questi giorni si è tornato a parlare del caso Micorosa, discarica di un milione e mezzo di metri cubi di fanghi tossici industriali (di vecchie aziende di proprietà ENI) che sarà bonificata sottolineano i No al Carbone “ con una scandalosa gara al ribasso”.
“La superficialità con cui è stato gestito tutto il periodo dei lavori di manutenzione del cracking ci lascia davvero interdetti- dicono gli ambientalisti- Brindisi, non lo scopriamo certo noi, ha un polo industriale con una concentrazione elevatissima di impianti impattanti e potenzialmente pericolosi, la cui reciproca vicinanza e la contemporanea collocazione attigua al centro abitato, la rendono una concreta minaccia per l’incolumità della cittadinanza”.
“Ci preoccupa- sottolineano ancora- non poco l’aver constatato che Brindisi è l’unica città della provincia ad non essere dotata di un PIANO COMUNALE DI EMERGENZA, come si evince anche sito del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che dai link vuoti del sito della Protezione Civile comunale”.
“Attendiamo dunque che la magistratura, qualora lo ritenga opportuno- concludono- indaghi sulle ipotesi di reato, ma attendiamo ancor più speranzosi una sferzata di orgoglio da parte dei cittadini. Il cambiamento potrà essere innescato solo se la comunità di questo territorio diverrà coesa nel dire una volta per tutte basta ai condizionamenti di multinazionali che poco hanno a che fare con gli interessi del territorio, se finalmente ci si batterà per il diritto di vivere una Brindisi diversa”.
BrindisiOggi
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