BRINDISI – “Forse ognuno di noi dovrebbe fare qualcosa di più e di diverso per migliorare il nostro Paese e, soprattutto, prima di parlare o di agire dovrebbe essere proprio lui a dare l’esempio, solo un cambio di mentalità potrà declinarsi nel recupero e nella tutela di un patrimonio immateriale e materiale che sostanzia la nostra identità: cultura, storia, tradizioni, sentire diffuso e condiviso, patrimonio che deve modellare il nostro essere “popolo” e che non deve essere disperso”. Questo è un passaggio del discorso fatto dal prefetto di Brindisi, Valerio Valenti, durante la cerimonia per la Festa dell’Unità d’Italia e delle Forze armate di questa mattina in piazza Santa Teresa.
La manifestazione organizzata in collaborazione con la Marina Militare ed il Comune di Brindisi ha visto la partecipazione anche delle Autorità civili e militari, dei sindaci dei Comuni, delle associazioni combattentistiche e di numerosi cittadini. Dopo il passaggio in rassegna dei reparti e il suggestivo momento dell’alzabandiera è seguito l’omaggio ai Caduti con la deposizione di una corona, momento saliente della cerimonia per intensità e significato.
Nel suo intervento il prefetto Valenti ha voluto altresì ricordare che proprio quest’anno ricorre il centenario della fine della prima guerra mondiale, “una guerra – ha affermato – che sarebbe stato meglio non fare, … e che tuttavia fu una mobilitazione di cui l’Italia non era stata mai capace e di cui non sarebbe più stata capace se non, forse, negli anni più duri della Ricostruzione dopo la seconda Guerra Mondiale”.
Durante la cerimonia è intervenuto Riccardo Rossi, sindaco di Brindisi: “Rendiamo omaggio a tutti quegli italiani, donne ed uomini, che hanno sacrificato la propria vita per il nostro paese, per la Libertà, per costruire un futuro di pace, senza più guerre. Si, senza più guerre, perché tutti ne conosciamo l’orrore e la crudeltà. Abbiamo tutti il dovere di ricordare i nostri caduti a partire dai giovanissimi ragazzi del 99 che a soli 17 anni si arruolarono per difendere la Patria, così come abbiamo tutti il dovere di impegnarci perché tutto ciò non debba più accadere”.
“Difendere oggi l’Europa dal vento nei nazionalismi è il miglior modo che abbiamo per onorare i nostri ragazzi del 99, per ricordare il sacrificio dei caduti di tutte le guerre. – continua il primo cittadino di Brindisi – Certo occorre anche cambiare questa Europa, riportarla all’idea e alla visione di Altiero Spinelli che nel confino di Ventotene, vedeva nell’Europa unita, nella fratellanza tra i popoli l’unico antidoto alle contese tra stati e le inevitabili guerre. Su questa strada dobbiamo riportare l’Europa, sottrarla al dominio della finanza e dei mercati, un’Europa che sappia porre al centro le persone dando risposte al crescente disagio sociale prodotto dagli anni della crisi e che sappia governare con equità e solidarietà l’epocale fenomeno delle migrazioni. Oggi invece l’Europa è scossa dai nazionalismi, da un pericoloso vento di egoismo con il quale corriamo il rischio di tornare indietro, distruggendo l’Europa anziché cambiarla, tornando agli Stati nazionali che si fronteggiano anziché collaborare per costruire soluzioni condivise. Tutto ciò è estremamente pericoloso, non costruisce pace ma semina divisioni”.
La giornata è stata anche occasione per testimoniare a tutte le Forze Armate, impegnate nel mondo nel dare presidi di pace e sicurezza, un pensiero di gratitudine e di riconoscenza: “esse” ha infine affermato il Prefetto “disegnano, meglio di ogni altro, la nostra identità, quella che ci fa “popolo” e rappresentano un’inestimabile patrimonio che non solo è nostro dovere rievocare ma è nostro dovere trasmettere alla nuove generazioni”.
Al termine della cerimonia due salve di 21 colpi di cannone sono state esplose dal Castello Svevo e da una unità navale.
BrindisiOggi
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