Festa della Liberazione, si torna in piazza per celebrare il 25 aprile

BRINDISI- Festa della Liberazione, si torna in piazza per celebrare il 25 aprile. Oggi, 25 aprile 2022, finalmente, dopo due anni di limitazioni a causa della pandemia, si ritorna a celebrare l’anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo insieme alla cittadinanza. La cerimonia a Brindisi, come tradizione vuole, si è svolta in Piazza Santa Teresa. Quello che segue è il discorso del sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi.

“Buongiorno, porgo un caro saluto alle Autorità civili, militari e religiose, all’Anpi e alle associazioni combattentistiche e a tutte e tutti i cittadini oggi qui presenti per celebrare e rinnovare i valori e la memoria di quel 25 aprile del 1945.

Sono trascorsi ben 77 anni dall’appello del comitato di liberazione nazionale a tutte le forze partigiane per sconfiggere definitivamente il regime nazifascista e liberare l’Italia.

Ogni anno nel celebrare e ricordare quei giorni vogliamo rinnovare la nostra gratitudine a tutte quelle donne e uomini che hanno duramente lottato, fino anche al sacrificio della vita, per la democrazia, la libertà e la giustizia.

Da quella resistenza partigiana, da quel sacrificio e dai valori che lo ispirarono troviamo le fondamenta della nostra Repubblica democratica e la nostra Costituzione.

I giorni che viviamo sono però difficilissimi, ci ritroviamo finalmente in piazza dopo i due anni di pandemia, non ancora superata del tutto, e quando finalmente pensavamo di poter riprendere la nostra vita sociale, rivederci, ricominciare a progettare il futuro dopo le conseguenze non solo sanitarie, ma anche economiche e sociali determinatesi dalla pandemia, ci ritroviamo disorientati e increduli dinanzi all’orrore di questa guerra.

Consentitemi però innanzitutto di ricordare le tante vittime della pandemia, e ringraziare tutti coloro i quali hanno anch’essi con grande spirito di sacrificio, lavorato per sconfiggerla e contenerla.

Penso a tutto il personale sanitario, le forze dell’ordine e tutte le lavoratrici e lavoratori dei servizi essenziali che hanno consentito con il loro lavoro di mantenere unito il Paese anche nei giorni più difficili.

Anche questo è il 25 aprile, uno sforzo straordinario di resistenza al servizio della comunità e del paese.

Eppure oggi a 77 anni di distanza dal termine della seconda guerra mondiale viviamo ancora la follia della guerra, nel cuore dell’Europa.

La guerra di aggressione all’Ucraina e al suo popolo, scatenata dal regime russo agli ordini di Putin, non ha alcuna giustificazione. Nessun motivo può giustificare la guerra.

Decine di migliaia di persone, la gran parte civili, hanno già perso la vita. Le immagini che ogni giorno i media diffondono ci restituiscono la tragedia di una guerra: muoiono donne, bambini, civili innocenti.  Quasi 5 milioni di persone hanno dovuto lasciare l’Ucraina, il loro paese dove come tutti i popoli avevano l’aspirazione ad una vita di pace e serenità.

Ancora una volta i deliri di onnipotenza, i grandi interessi economici son pagati dalle persone normali vittime in questa guerra come in tutte le guerre.

Il popolo ucraino resiste, come ogni popolo ha il diritto a resistere ed autodeterminarsi e lottare per il proprio paese, così come è avvenuto in Italia con i partigiani durante l’occupazione nazifascista.

 Ma non possiamo nascondere che l’invio di armi da parte dell’Italia e dei paesi occidentali ha aperto ferite laceranti nell’opinione pubblica soprattutto perché di converso si continua ad acquistare il gas russo di fatto sovvenzionando la Russia e Putin.

È giunto penso il momento che tutta la comunità internazionale faccia sentire senza tentennamenti la propria voce per la pace. Che l’Europa sia unita e non divisa nelle misure da adottare.

La pace richiede oggi uno sforzo enorme di saggezza e responsabilità alle nazioni occidentali, per non trasformare questa guerra in una nuova guerra mondiale tra potenze dotate di armamenti nucleari.

So perfettamente che è difficile trovare soluzioni a queste contraddizioni, tra il realismo di alcuni governi e la volontà di costruire la Pace senza le armi manifestata dal Papa e da tantissime persone che hanno animato le piazze di tutta l’Europa compresa la marcia della Pace di Assisi.

Vogliamo tutti credere che presto tutto ciò termini ed un autentico percorso di pace possa iniziare.

Ma le cose non avvengono se tutti non ci crediamo ed impegniamo per questo.

Viva il 25 aprile! Viva la Pace!”.

BrindisiOggi

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