BRINDISI – Non ci sono solo 500mila euro di debiti appena riappianati dall’amministrazione comunale sulla società Servizi Farmaceutici, ma anche “una situazione altamente drammatica”, come l’ha definita il liquidatore Gianluca Quarta. Nella sua relazione, che è stata trasmessa alla procura ed è alla base dell’inchiesta del pm Raffaele Casto, si chiarisce anche l’attuale situazione di crisi nei confronti di alcuni fornitori che non intendono più avere rapporti con la partecipata del Comune che gestisce le farmacie comunali.
Tra gli allegati che accompagnano il bilancio del Comune, approvato dal consiglio, è contenuta anche la relazione di Quarta: nel documento è presente persino una contestazione della prefettura di Brindisi, ma viene riportata con chiarezza anche la serie di irregolarità riscontrate e da addebitare alla precedente gestione affidata a Maria Teresa Cavaliere. Accanto ai problemi causati da fornitori che hanno interrotto i loro rapporti con la società comunale per somme insolute, ci sono anche tre assegni da 8.300 euro, 8.100 euro e 14.300 euro firmati da Cavaliere ad aprile, maggio e giugno 2013. La sua gestione, però, si è interrotta a dicembre 2012. Per questo la prefettura ha contestato una sanzione pecuniaria, come prevede la legge (ormai depenalizzata) per gli assegni con difetto di autorizzazione. Se siano post datati o con firma apocrifa non è chiaro ma è invece certo che il fornitore che li ha ricevuti ha cercato di incassarli a luglio ma la certezza è che Cavaliere non poteva più firmarli in quanto non gestiva più la società da mesi.
“Siamo stati costretti a bloccare per firma apocrifa – si legge nella relazione di Quarta – ulteriori tre assegni emessi dal precedente amministratore Maria Teresa Cavaliere per importi superiori a 8mila euro”. Ma Quarta nella sua relazione scrive anche che “alcuni creditori non hanno accettato di proseguire il rapporto di lavoro né richieste di dilazione in quanto le precedenti, già concesse nel 2011 e 2012, non sono state regolarmente onorate”. In sostanza fornitori di importanti case farmaceutiche hanno deciso di interrompere i rapporti con la società brindisina. “Da un’analisi degli acquisti – ha rilevato il liquidatore – non veniva rispettato il principio di congruità tra acquisti e vendite, producendo una notevole quantità di farmaci scaduti”. Denaro sprecato, insomma, per forniture inutili anziché essere destinato a servizi per i cittadini.
Francesca Cuomo
Incredibile !! C’è da chiedersi se le farmacie comunali a Brindisi (ma quante sono ?) distribuiscano medicinali gratuitamente, acquistandoli comunque al prezzo di mercato. Sarebbe una buona ragione per accumulare 500.000 euro di debiti, riappianati poi con aumenti delle imposte a carico di tutti i cittadini. Ma le cose non saranno andate così. Sarà stata invece la solita, pessima gestione delle società controllate. I gestori, nella migliore delle ipotesi, saranno stati inefficienti ma gli amministratori comunali, che dovevano controllare, cosa hanno fatto? Come è possibile che tutte le farmacie private guadagnino, e guadagnino molto, pur pagando le tasse, acquistando locali ed attrezzature, mentre quelle comunali, forse solo a Brindisi, perdano,e perdano tanto … ?