Fanghi di Taranto stoccati negli uliveti del Brindisino, 6 condannate e 4 assoluzioni

BRINDISI- Sei condanne e quattro assoluzioni. Finisce così il processo di primo grado per l’interramento dei fanghi provenienti dalla dismissione del sito Belleli di Taranto negli uliveti del Brindisino.  Il giudice monocratico di Brindisi, Genantonio Chiarelli ha condannato fino a un anno e dieci mesi di arresto e disposto quattro assoluzioni. Sono state inoltre condannate due ditte individuali per illecito amministrativo e sono stati confiscati i terreni usati per lo smaltimento “illecito” del materiale.  Condannati a vario titolo Francesco e Massimiliano Vinci; Anthony Gatti, Maurizio Carlucci, Vito Messi e Vincenzo Montanaro. Assolti Antonio Montanaro, Gino, Maria Francesca e Alessandro Campana, proprietari dei terreni ritenuti “inconsapevoli” di ciò che accadeva sugli stessi.

L’inchiesta fu condotta dai carabinieri del Noe di Lecce, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, contestati reati ambientali per la gestione di discariche non autorizzate e il trasporto di rifiuti speciali pericolosi.
Furono  sequestrate cinque diversi terreni con  uliveti e tra  Brindisi e Mesagne: una di 10.000 metri quadri, un’altra di 17.000, una 300 e infine due terreni di 20.000 metri quadri complessivi.
Il materiale interrato era composto dai fanghi di dragaggio e da plastiche ed inerti da demolizioni edili.

I fanghi derivavano dall’intervento di messa in sicurezza e bonifica della falda superficiale nell’area ex Belleli, a ridosso dell’Ilva, in cui la “Belleli offshore”, a partire dal 1981, ha svolto attività di sabbiatura, verniciatura e assemblaggio di elementi di piattaforme petrolifere. Il giudice ha riconosciuto al ministero dell’Ambiente un risarcimento del danno da quantificarsi dinanzi al Tribunale civile.

BrindisiOggi

 

4 Commenti

  1. Il problema sarebbero quelli/quelle che li che hanno insabbiato (in testa loro… non gli diamo importanza va…) che ora sono in esilio mantenuto al pari che si internet assomigliano ai figli di quei politicanti che si sono pappati tutto in america latina… che potere dei like e dei selfie ogni tanto vengono sgamati o contunuano a sgamarsi da soli!

  2. Come mai quando , negli anni passati, vi erano ( presumo) le processioni di camion che andavano a sversare veleni in quei terreni, NESSUNO mai si accorgeva di nulla? E’ lo stesso che mi chiesi quando, alcuni anni fa, venne fuori la tremenda verità sulla terra dei fuochi. Nessuno ha mai visto niente? Neanche coloro che hanno, o forse dovrebbero avere , il controllo ( cosiddetto) del territorio? Che strano, molto ma molto strano……….E mi fermo qui nel pormi questi interrogativi: verrei arrestato. Lascio le conclusioni a quei lettori che ancora pensano con la loro testa e che non si sono fatti ancora RINCOGLIONIRE dalle dichiarazioni e dai “bollettini” ufficiali del regime…….

    • Visto che hai fatto il paragone con la terra dei fuochi allora non si può non fare il paragone con tutte le similitudini: compreso anche un “bollettino”, ovvero di quello di una che ci ha tenuto a farsi definire blogger (sigh!) in quel di Mesagne che pur non ha lesinato critiche contro chi vive sotto scorta in quella terra forte del nome che forse poteva richiamare like.
      Così giusto per restituirgli visibilità.

    • Stai tranquillo, al massimo ti manderanno quanche avvocato di quelli già noti per aver fatto causa a qualche adolescente reo di aver fatto marcia indietro con lo scooter… e rotto così il paraurti della macchina che seguiva…

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