BRINDISI- Proseguono le domeniche al Verdi dedicate alle famiglie. Domenica prossima 26 gennaio (ore 18), alla vigilia del «Giorno della Memoria», la compagnia «Meridiani Perduti» porta in scena lo spettacolo «Italiano prigioniero sono», che traduce i ricordi in testimonianza di quella che fu la realtà, per molti inimmaginabile, dei campi di lavoro nazisti. «La Repubblica italiana riconosce il Giorno della Memoria per ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». Così l’articolo 1 della legge 211 del 2000 che istituisce il «Giorno della Memoria». E se il teatro è l’eco del nostro immaginario, che restituisce gli attimi e le parole alla memoria, la scena diventa il luogo ideale per rivedere e riascoltare i protagonisti della storia, di una storia che mette in quarantena la civiltà. Questa pièce con Sara Bevilacqua, scritta da Emiliano Poddi, interroga la memoria, segue un filo (mai più spinato) che da quei luoghi esce fino a rifare, questa volta a ritroso, il viaggio dei treni merce carichi di umanità dolente, e fino a irrompere nel silenzio del teatro e delle nostre coscienze.
«Italiano prigioniero sono è una storia vera – rivela Sara Bevilacqua – la storia di Oscar Pronat, partigiano brindisino che ha voluto raccontarci la sua grande avventura in una serie di interviste che sono state il principio della nostra produzione. La memoria di un luogo e delle persone che lo hanno animato è, infatti, per noi il primo passo per intraprendere un nuovo progetto. Oscar ha avuto mille vite, è stato ed è ancora oggi un vulcano in attività. Ecco perché abbiamo scelto la sua storia. Perché, anche se non vuole essere chiamato così, egli è un eroe. Sentivamo la necessità di onorare la memoria di questa generazione che va via via scomparendo e che rischia di portare via con sé il ricordo di quegli anni terribili».
Berlino, aprile 1945. Mentre fuori va in scena l’ultimo atto della seconda guerra mondiale, nascosto in uno scantinato, Oscar, classe 1923, ex motorista, ex sommergibilista, ex prigioniero di guerra numero 310.584, racconta al suo compagno di fuga Nino la sua vita. La lotta con la fame e la fatica del lavoro sin dalla prima infanzia, la scelta di partire in guerra fino alla lunga prigionia nei campi tedeschi di Fürstenberg e Francoforte sull’Oder. Due anni all’inferno e ritorno. Un ritorno pieno di pericoli, meraviglie ed umanità. Il 25 aprile del 1945 dei soldati scovano il nascondiglio. La nazionalità farà la differenza tra vivere e morire. Se saranno russi, Oscar e Nino avranno salva la pelle, ma se saranno i tedeschi a scendere le scale mezze diroccate allora per loro non ci sarà più scampo. Verranno fucilati e fine della storia.
Si comincia alle ore 18.00
Durata: 55 minuti, atto unico
Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it e tel. (0831) 229230 – 562554
BrindisiOggi
Commenta per primo