Famiglia intossicata dopo aver mangiato tonno fresco, l’appello della Asl

BRINDISI- Finiscono in ospedale dopo aver mangiato tonno fresco. Protagonista di questa disavvenuta è una famiglia di Pezze di Greco. Padre, madre e due bambini di 10 e 11 anni che sono finiti all’ospedale Perrino dopo aver mangiato del tonno fresco acquistato da una pescheria di Savelletri. La famiglia subito dopo aver consumato il pesce ha iniziato ad avere problemi respiratori. Una volta in ospedale i medici hanno immediatamente capito che si trattava di intossicazione da cibo, e  ricostruito la vicenda. Nel tonno analizzato è emerso che il prodotto era stato trattato con conservante ai nitrati. Ed è stato proprio questo ad aver creato i problemi respiratori. I nitrati infatti una volta a contatto con parti acide, come lo stomaco, possono diventare pericolosi. I genitori sono stati ricoverati presso il reparto di Medicina Interna del dottor Piero Gatti, e i bambini in Pediatria dal primario Fulvio Moramarco. L’intervento tempestivo ha evitato conseguenze peggiori. Dopo 48 ore di osservazione, sabato pomeriggio la famiglia è stata dimessa. Intanto il Dipartimento del Servizio Igiene della Asl dopo aver attivato le indagini e ricostruito la catena della vendita ha sequestrato il tonno sospetto, ma nello stesso tempo lancia l’appello. “Abbiamo sequestrato solo una parte -spiega Adriano Rotunno, direttore del Servizio Igiene degli Alimenti della Asl di Brindisi – lanciamo un appello a tutti coloro che hanno acquistato tonno negli ultimi giorni perchè potrebbe trattarsi della stessa partita”.

Il caso della storia di Brindisi sarebbe legato ad un allarme nazionale partito qualche settima fa dalla Toscana. ” Da qualche settimana è scattato un allarme nazionale – aggiunge Rotundo – E’ stata infatti identificata una partita di tonno arrivata dalla Spagna trattata e confezionata in Puglia nella Bat. A quanto pare la materia prima non era il massimo della genuinità e per stabilizzare il colore è stato utilizzato un conservante a base di nitrati. Le iniezioni di conservanti forse contenevano un quantitativo superiore a quello consentito. Per questo poi i problemi di asfissia e le difficoltà respiratorie”.

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