“Il fallimento della mobilità a Brindisi, i problemi non si risolvono con mezzo corso chiuso”

INTERVENTO/ Mi sono convinto che in questa città sia ormai sempre più difficile affrontare con serenità e spirito costruttivo un qualunque aspetto della nostra vita economica  e sociale, tanto è radicata in noi la cultura della contrapposizione e dello scontro.

Siamo diventati sordi, o forse insensibili, alle motivazioni degli altri. Ci affanniamo continuamente a trovare  ragioni di divisione, a erigere muri, a non ascoltare,  ad aggredire verbalmente chi si azzarda a proporre soluzioni diverse dalle nostre, ancorche lo faccia con educazione, con gli strumenti tipici di una visione democratica di un rapporto sociale.

Proprio per questo  un numero sempre crescente di cittadini non avvezzi a questo modo di procedere,a questa moda,  finisce per rassegnarsi agli abusi, alle storture, alle ingiustizie, rifugiandosi in una zona di indifferenza che di fatto giova soltanto a coloro che, consapevolmente o meno, rendono più povera, meno gradevole e vivibile questa città.

Io, lo chiarisco subito, appartengo a quella categoria di commercianti del centro, che a causa del grave reato di aver qualcosa da dire in merito alla ennesima sperimentazione su corso Garibaldi, è stata definita egoista, cinica, interessata al proprio esclusivo tornaconto personale, refrattaria a una qualsiasi contaminazione solidaristica.

Come se non fossimo, anche e principalmente, cittadini di questa città, che hanno a cuore il suo benessere.

E questo per zittirci, per negarci i  diritti elementari di cittadinanza, per disconoscere il nostro contributo all’economia, alla bellezza e alla vivibilità della città, ma anche l’impegno sociale che molti di noi profondono per lo sviluppo, l’ambiente, l’occupazione e di tutte quelle cose che  fanno parte della check list elettorale o di quell’elenco di buoni propositi, che navigati e smemorati politici declamano solo in momenti particolari o a giorni alterni.

Questa volta contravvenendo al proposito che mi ero dato, in punta di piedi e con tutta umiltà voglio entrare nel merito di questa ennesima sperimentazione su corso Garibaldi, su cui si sono esercitati i Sindaci e i Commissari che si sono avvicendati  a palazzo. Aprendolo al traffico, chiudendolo, autorizzando i   parcheggi , togliendoli, fino a  chiuderlo a mezzo servizio.

Sperimentazioni che molto spesso sono risultate  in contrasto con quelle precedenti.

La circostanza è dovuta al fatto che da palazzo ci hanno informato,  attraverso gli organi di stampa, di aver preso in perfetta solitudine , come si conviene nei momenti difficili della vita di un politico della nostra terra, la decisione irrevocabile di chiudere al traffico per 4 mesi i 100 metri di corso Garibaldi. Solo di sera e nei giorni feriali.

Si va a replicare la sperimentazione attuata dallo stesso sindaco lo scorso anno dal 15 agosto al 15 settembre. Che a noi è sembrata deludente, perchè riteniamo che non abbia apportato alcun beneficio, che era servita solo a desertificare l’intero corso e ad ingolfare il centro storico.

Una sperimentazione che l’Amministrazione non mai inteso  pubblicizzarne gli effetti, come dovrebbe avvenire normalmente i n questi casi, rendendo  noti alla cittadinanza i normali indicatori di mobilità, relativi alle indagini effettuate, alle abitudini, alle criticità rilevate, ai flussi di traffico, alla sicurezza stradale, alla incidentalità,  all’ambiente, alla vivibilità, all’inquinamento, che servono a motivare e dare dignità e valore ad un intervento di questa portata.

Io non  credo che qualcuno possa pensare sul serio, che con un simile provvedimento si possa risolvere  il problema della mobilità del centro di Brindisi, ad arginare la desertificazione e la continua emorragia di attività commerciali, professionali avvenuta in questi anni, che stanno a significare la scomparsa di presenze, di sentinelle sociali, di luoghi importanti di aggregazione.

Oltretutto  non c’è stata alcuna diminuzione dell’inquinamento prodotto dal gas di scarico delle auto. Non poteva, a causa di una viabilità non adeguata alle esigenze del centro, alla  mancanza di infrastrutture, di parcheggi che non riescono ad intercettare e razionalizzare il movimento di quel gran numero di automezzi che giornalmente  raggiunge il centro storico, che, nelle ore di chiusura,  finisce per disperdersi e concentrarsi  nelle zone attigue a corso Garibaldi,  alla spasmodica ricerca di un parcheggio o di una via di uscita che finisce per allungare i tempi di utilizzo del mezzo, producendo maggior inquinamento.  Accade infatti, che  sebbene si scarichi il traffico sulle vie adiacenti,  come piazza Anime, via Pozzo Traiano, via Lata, via Filomeno Consiglio, via Annunziata,  non può non proiettare sullo stesso corso i suoi effetti dannosi.

Allora mi chiedo  quando si riuscira’ a discutere con calma, in maniera approfondita un progetto complessivo di mobilità urbana? Superando l’egoismo delle proprie convinzioni, senza fughe in avanti, senza confusione e strumentalizzazioni?

In questo settore , al di là della montagna di sperimentazioni del titolare di turno,  tutto è fermo al piano approvato dal consiglio comunale nel 2000, rimasto orfano di quella metropolitana (che ne costituiva l’ossatura), ma anche  delle tante  opere infrastrutturali previste a benefico del centro storico, dei parcheggi insilati, delle   opere di collegamento fra i diversi quartieri di cui è difficile rinvenirne traccia  nelle effettive realizzazioni dell’amministrazione comunale.

Si è pensato solo a sprecare soldi pubblici. Infatti negli anni scorsi fu affidato l’incarico a professionisti esterni per un suo aggiornamento,spendendo oltre 100.000 euro di denaro pubblico, senza mai portarlo in Consiglio Comunale per la sua approvazione.

Allora occorre una riflessione seria e non strumentale, perchè non si può parlare in un modo quando si è all’opposizone e cambiare idea o rimanere in silenzio quando si è in maggioranza.

E’ evidente che la mobilità, per come è stata gestita in questi anni,  risulta uno degli aspetti  più deludenti e critici di questa città. E’ riduttivo  pensare o convincersi che la chiusura del corso a mezzo servizio possa risolvere tutto.

Allora si prenda contatto con la città, con i cittadini.   Si discuta con loro il progetto complessivo. Senza aspettare le calende. Si chiarisca  che cosa se ne vuole fare  del centro storico, in quale direzione si vuole andare. Prima delle decisioni  e non dopo.

Non c’è più spazio per ulteriori sperimentazioni. I danni prodotti sono rilevanti. Non c’è più  tempo da perdere.

Rino Fontò

Cittadino e Commerciante di Brindisi

 

 

 

 

3 Commenti

  1. Scusate, ma il signore che parla è quello che ha BMW serie 5 station wagon sempre parcheggiata in divieto davanti al suo negozio a tutte le ore del giorno, anche quando i parcheggi limitrofi sono liberi?
    Se questo è il terreno di discussione stiamo freschi…

  2. E le commesse che fumano sull’ingresso buttando i mozziconi a terra? Non sono un invito ad entrare e neppure ad osservare la vetrina..E dove sono i portacenere di cui parla l’ordinanza sindacale? E i carrelli dei rifiuti perennemente lasciati fuori dai bar e ristoranti? E quei reperti archeologici che si ammirano in molte vetrine? E i vestiti e le valige in esposizione sul marciapiede? Mah…

  3. Ma come si può pensare di risollevare le sorti di alcuni esercizi commerciali riaprendo alle auto quei”100 metri” di corso?Come si può essere così miopi?Personalmente posso dire che i commercianti brindisini hanno tanto da imparare per svolgere al meglio la loro professione.Come potenziale acquirente mi aspetterei,entrato in un negozio un “buongiorno”,una disponibilità all’ascolto,modi gentili,una certa possibilità di scelta,nel numero degli articoli e nella qualità,un prezzo adeguato,personale preparato,disponibili e paziente.Troppo spesso invece,tutto questo,o parte di questo non accade.Mi è capitato di entrare in un negozio a Roma.Ho chiesto di vedere un articolo,me ne hanno mostrati tanti, sempre con modi gentili e pazienti e sono stato salutato con un sorriso all’uscita,pur non avendo comprato niente.A Brindisi,dopo aver chiesto un terzo articolo,spesso ti sbuffano in faccia,oppure ti dicono “ma a lei non piace nulla!”

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