Falda e terreni non inquinati, affidata la nuova perimetrazione del porto per uscire dall’area Sin

BRINDISI – “Le sentenze non vanno commentate. Da parte mio rinnovo il principio di leale collaborazione con tutti gli enti”. Non vuol commentare il presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi. Non vuole aggiungere nulla dopo che  il  Consiglio di Stato gli ha dato ragione in merito alla regolarità delle opere di security realizzate nel porto di Brindisi. Alla luce dell’accoglimento del suo ricorso e quindi della decisione dell’organo supremo di giustizia amministrativa emerge l’erronea interpretazione del piano regolatore portuale ormai vecchio di 46 anni. Redatto nel lontano 1975. La speranza di uno sviluppo futuro del porto di Brindisi è legata oggi alla stesura di un nuovo piano. L’Autorità di sistema portuale ha affidato a Sogesid, società di Stato, la redazione del nuovo piano regolatore. Questa sta predisponendo l’ufficio di piano al quale faranno parte tra i migliori esperti in materia per ridisegnare il porto di Brindisi. Ci vorrà però ancora un po’ di tempo. D’altronde dai tempi di Mennitti si aspetta ancora il piano regolatore della città. Ma questa è un’altra storia da raccontare.

Intanto sviluppi importanti potrebbero venir fuori dalla nuova perimetrazione dell’area Sin portuale (sito di interesse nazionale). Anche questa appaltata a Sogesid. Dalla caratterizzazione di alcune zone è emerso che alcune aree sono libere da inquinamento, o comunque non tali da rientrare nel Sin. Chi conosce la storia di questa città sa bene quanto l’inquinamento di falda e dei terreni abbiano impedito l’arrivo di nuovi investimenti. Ma sa anche bene che sono state inserite zone nel perimetro Sin non inquinate a tal punto.

Trovarsi nell’area Sin significa adottare procedure aggravate e di disinquinamento per ogni genere di investimento.  Questo ha scoraggiato in tanti. La spiaggia di Materdomini lo ha dimostrato, nelle lungaggini burocratiche per ottenere le autorizzazioni. Anche quel tratto di costa infatti fu inserita nella perimetrazione di sito di interesse nazionale.

In realtà da anni si attendono le risorse per disinquinare e liberare questi terreni. Fu firmato anche un accordo di programma e stanziati dei soldi, persi poi per strada. Le uniche risorse arrivate sono per la messa in sicurezza dell’area di Micorosa. Ma anche qui le opere non state ancora completate.

La nuova perimetrazione permette di recuperare alcune aree in vista anche della istituzione della zona franca e della Zes. A quanto pare ci sarebbero già importanti interessi per la zona di Capobianco (ex Lng) candidata nei fondi del Recovery fund per zona franca.

Lu.Po.

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