BRINDISI- (da il 7Magazine) Sono passati sei mesi dall’arrivo del commissario straordinario a Brindisi. Dopo neanche un anno e mezzo dalle ultime votazioni la città si è ritrovata senza governo politico. Dimissioni dei consiglieri e scioglimento anticipato dell’assise civica. Il terzo commissario in sei anni. Senza contare il periodo della tangentopoli brindisina. Ma questa gestione è stata caratterizzata da un attivismo alquanto raro rispetto agli altri commissariamenti. Santi Giuffrè, questore in pensione, dopo anni di direzione delle questure nelle città calde tra Sicilia, Calabria e Campania, arriva a Brindisi con l’autorevolezza di chi ha avuto esperienza nell’antimafia, con alle spalle due anni da commissario straordinario del governo per le attività anti racket e anti usura. Un ex poliziotto palermitano mandato a governare una città che non trova pace politica amministrativa. Una scelta lampo: la mattina del 27 maggio i consiglieri comunali presentano le dimissioni, dopo qualche ora arriva il decreto di nomina. Giuffrè si circonda di una squadra fatta da tre subcommissari: Vito Padovano, Mariangela Danzì e Michele Albertini.
Commissario dopo sei mesi di gestione quale è la sua idea su Brindisi?
“In questa città bisogna investire culturalmente. C’è una situazione in tutti i campi che deriva da un’incertezza politica continua. E non riguarda solo Brindisi ma anche altri comuni della provincia, basti vedere tutte le amministrazioni, che insieme al capoluogo, sono state sciolte anticipatamente o per sindaci arrestati o per maggioranze deboli. Questa terra è stata saccheggiata dai grandi interessi”.
Su quali direttive intende concentrare la sua azione?
Appena siamo arrivati la stampa ci ha fatto capire che tre erano le priorità: rifiuti, multiservizi, e dormitorio. Ritengo che siano state date risposte adeguate su tutte e tre le questioni. Sul fronte rifiuti si sta ripristinando la normalità nel servizio di raccolta, e la differenziata ha raggiunto il 39 per cento, contro il 18 nei mesi precedenti. Per il dormitorio, anche se il traguardo non è stato ancora raggiunto, abbiamo diminuito gli ospiti e reso vivibile quel luogo. Ci siamo attivati anche per regolamentare la gestione del centro. Per Multiservizi stiamo cercando di salvare quella società con un piano che possa essere credibile davanti alla Corte dei Conti. In questo sono stati previsti dei tagli e chiesti dei sacrifici. Abbiamo tirato fuori 3milioni di euro per salvarla. Non erano stati approvati due bilanci, e quello precedente non era stato ripianato. Io non sono un sindaco io non devo trovare i voti. Spero che presto si troverà un accordo con le organizzazioni sindacali. Perché la questione va oltre la dialettica sindacale.
Che Comune ha trovato?
Questo non è certamente un Comune ricco. Non c’è una situazione florida. Qui tutto dipende dal Comune, chiunque si approcci per chiedere un partenariato alla fine vuole solo soldi. Come è accaduto per la festa patronale e per il Natale. Sicuramente va gestita la situazione della dirigenza. Abbiamo cambiato il segretario comunale Alemanno, e mandato via l’avvocato Trane (esterno che da anni veniva prorogato nella sua nomina di dirigente). Devono cessare le situazioni di precarietà. Ci sono quattro dirigenti in scadenza per i quali vorremmo fare i concorsi o potremmo andare in scorrimento delle graduatorie che ci sono. Ma abbiamo prima dato corso alle mobilità, vediamo dove si arriva. Per troppi anni qui gli amministratori sono stati deboli e i dirigenti si sono addossati responsabilità superiori al normale,
In pochi mesi sono state fatte tante cose, ma è facile per un commissario gestire quando manca la dialettica politica.
“Non è semplice ma si può fare. Se si è asettici è più facile, ma nel disinteresse bisogna amare la città. Con i commissari poi cadono le ritrosie che oggi si hanno con la politica. E quindi è anche più facile interfacciarsi con altri interlocutori. E Brindisi ha bisogno di rapporti con altri enti”.
Gli esponenti politici locali etichettano questa gestione commissariale come espressione del Partito democratico. Cosa risponde?
“Chi conosce il mio percorso professionale sa bene che sono scevro da qualsiasi forma di condizionamento. Il ministero dell’Interno sapeva della mia disponibilità e mi ha nominato. Non c’è nessuna mia scelta dettata da condizionamenti politici. Sono assolutamente libero”.
Quale è l’attuale rapporto tra il Comune di Brindisi e la Regione ?
“Il ministro De Vincienti ha dato il soldi alla Puglia, vediamo ora cosa arriverà a Brindisi. Credo che tra un po’ anche Emiliano potrà avere interessi con questa città”.
La Regione ha deciso di aprire l’aeroporto di Grottaglie a pochi chilometri da quello del Salento, ritiene che il governo regionale stia penalizzando Brindisi?
“Non sono intervenuto su questa questione che deve gestire la politica, ma personalmente penso che sia strano autorizzare un terzo aeroporto in così pochi chilometri”.
Tra i tanti provvedimenti ha autorizzato il passaggio del gasdotto Tap, Brindisi è stato uno dei pochi Comuni. Non ritiene di non aver rispettato la volontà del territorio che aveva già espresso il suo dissenso?
“E’ stato un atto consequenziale di natura tecnica, non una scelta politica”.
Parte della politica attacca la gestione commissariale sostenendo di aver ricevuto il mandando di aprire la strada al nuovo progetto di A2A per un impianto che produce energia attraverso la combustione dei rifiuti. E’ vero?
“Non siamo qui per realizzare nessun mandato. Con A2A esiste solo un tavolo per la discussione del progetto di smantellamento dei vecchi impianti e la bonifica del sito, non altro. E comunque il Comune non affronterebbe mai nessun progetto senza Regione e Provincia”.
Prima della fine della sua gestione ci sono altri obiettivi che vorrebbe raggiungere per Brindisi?”
“Sicuramente il piano della mobilità. Saranno create nuove isole pedonali, interventi in piazzale Lenio Flacco per valorizzare quella aree. Inoltre bisogna dare maggiore importanza al parcheggio in via Spalato con un bus navetta che colleghi i corsi principali che potrebbero essere chiusi al traffico. A gennaio il nuovo piano sarà pronto. Ma intendiamo fare dei provvedimenti anche in ambito culturale. Abbiamo candidato tre monumenti al bonus Franceschini (Brindisi non aveva candidato nessuna opera). Si tratta della fontana dell’Impero, il monumento ai caduti in piazza Santa Teresa e la statua di Virgilio in piazza Vittorio Emanuele. Le aziende che dovessero fare donazioni per ristrutturare queste opere potranno usufruire di alcuni sgravi, per questo abbiamo fatto una riunione con le più grandi realtà imprenditoriali del territorio”.
Brindisi tra qualche mese tornerà a votare, alla luce di questa sua esperienza si sente di poter dare qualche consiglio?
“I commissariamenti non sono il sale della democrazia. Bisogna fare scelte coraggiose e guardare avanti, non indietro. Questa città avrebbe bisogno di figure autorevoli capaci di dare fiducia. Serve una figura forte con le idee chiare, che abbia autorevolezza a gestire i rapporti con i consiglieri comunali. Perché il problema in Italia sono i consiglieri comunali”.
Lucia Portolano
per il 7Magazine
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