Fabio Concato in concerto: al Teatro Verdi con la promozione

BRINDISI- Il grande interprete della scena musicale italiana fa tappa al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con il suo “Musico Ambulante tour”, un viaggio tra successi e brani recenti. Parte mercoledì 20 marzo la promozione speciale “Promo Concato” per poltrone di galleria, al prezzo di 12 euro. Concerto in programma venerdì 22 marzo alle ore 20.30.

 La grande musica d’autore sul palco del Nuovo Teatro Verdi: venerdì 22 marzo alle ore 20.30, Fabio Concato porta a Brindisi il suo “Musico Ambulante tour”. Per il concerto è disponibile – da mercoledì 20 marzo e solo in biglietteria – la promozione “Promo Concato”, che permette l’acquisto del biglietto, per posti di galleria, al prezzo di 12 euro. Il botteghino è aperto dalle ore 11 alle 13 e dalle 16.30 alle 18.30 (il giorno dello spettacolo ore 11-13 e 19-20.30). Info T. 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com.

 

Un viaggio carico di ricordi ed emozioni tra i suoi successi, attraverso atmosfere musicali inedite, dalle prime canzoni ai brani più recenti. Sarà l’occasione per ascoltare tanti brani del suo ricco repertorio come “Domenica bestiale”, “Fiore di Maggio”, “Guido piano” e tanti altri ancora. Concato sarà accompagnato dai suoi amici musicisti Ornella D’Urbano (arrangiamenti, piano e tastiere), Gabriele Palazzi Rossi (batteria), Stefano Casali (basso) e Larry Tomassini (chitarre). Delicato, intimista, personale. E ancora garbato, nostalgico, sincero. Fabio Concato è una delle certezze della nostra musica d’autore e un grande interprete della scena musicale italiana che crede ancora nella poesia intessuta su armonie familiari al jazz. Nostalgie, ricordi, speranze, rivelazioni e confessioni, lampi d’allegria contagiosa e momenti di grande tenerezza popolano il mondo delle sue canzoni, simili a foto, illustrazioni e annotazioni in un diario della memoria che è riuscito a fare breccia nel mainstream. Nel lungo viaggio dal 1977 – anno del suo esordio discografico – ad oggi, il pubblico ha seguito le evoluzioni pacate e immaginifiche di un autore elegante, capace di grande autoironia, sempre attento alle questioni ambientali, sociali e civili.

 

Milanese doc, Fabio Concato inizia la sua carriera nella seconda metà degli anni Settanta con un repertorio costellato di risonanze Jazz, accostato a testi intensi e introspettivi. Il successo arriva nel 1982 con “Domenica bestiale”, in gara al Festivalbar, che segna una decisa virata poetica e melodica rispetto agli esordi. Il cambio di rotta, consolidato negli album “Fabio Concato” (1984) e “Senza avvisare” (1986), introduce pezzi immortali come “Fiore di maggio” e “Guido piano”, che testimoniano il passaggio a sonorità smooth e testi dall’aura crepuscolare. Concato trova il suo posto nella scena d’autore italiana esplorando con libertà e senza cedere alle mode del mercato. Negli anni si distingue per progetti come “Blu” (1996), realizzato con Flavio Premoli della PFM, e “Ballando con Chet Baker” (2001), nei quali emerge con sempre maggiore centralità la sua attitudine al jazz latino. L’impegno sociale trova voce in “051222525”, brano dedicato ai diritti dell’infanzia, nella partecipazione allo Zecchino d’Oro, oltre che nelle musiche per l’audiolibro de “Il piccolo principe”. Il ritorno alla discografia tradizionale arriva nel 2016 con “Non smetto di ascoltarti”, in collaborazione con due jazzisti, il pianista anglo-italiano Julian Oliver Mazzariello e il trombettista Fabrizio Bosso, che unisce standard della musica italiana e proprie composizioni riarrangiate in chiave jazz. “Musico ambulante” è la summa di una carriera ultraquarantennale ricostruita per intero in acustico, un lavoro coerente con l’originalità e il valore della sua canzone d’autore, che nel 2022 gli sono valsi il Premio Tenco.

 

«Mi considero un “musico ambulante” – ha detto Fabio Concato – perché vado dove mi chiamano a fare musica. Spesso potrei lasciare un cartonato sul palco e andarmene perché buona parte del pubblico conosce tutte le canzoni a memoria: tanta musica dalla fine degli anni Settanta a oggi. Poi è ovvio che certe cose rimangono fuori, altrimenti il concerto si trasformerebbe in un happening fino all’alba. È fisiologico che possa mancare qualche canzone. Ma con la musica ci sono anche chiacchiere e racconti: il teatro è uno spazio naturalmente privilegiato per raccontarsi, è una distanza che si accorcia. Non ci sono effetti straordinari, non li ho mai amati e più divento grande, per non dire più invecchio, e meno mi piacciono. Sarò sul palco con un quartetto di buoni musicisti, cari amici, e questo fa la differenza anche per il pubblico, perché arriva questa voglia di stare e di suonare insieme».

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