BRINDISI- Trasferire l’approdo del gasdotto Tap da Melendugno a Brindisi. Questa la proposta fatta dal presidente della Regione Michele Emiliano alla società, e su twitter si apre il dibattito politico tra il governatore, il sindaco di Brindisi e il capogruppo di forza Italia. Emiliano propone di portare il gas a Brindisi per diminuire l’utilizzo del carbone. Il capogruppo di Forza Italia Mauro D’Attis gli chiede di discutere di questa ipotesi in consiglio comunale, unica sede deputata. Il sindaco Consales chiede a governatore di partecipare all’assise. Che sarebbe la seconda su questo tema, perché il consiglio comunale di Brindisi si è già espresso in passato su Tap sancendo la sua posizione contraria all’impianto. Della questione di un possibile trasloco ormai però se ne parla sui giornali da giorni, dopo che è stato lo stesso Emiliano a lanciare questa ipotesi due settimane fa.
D’Attis chiede a questo punto che la discussione sia rinviata nell’assise civica. “Chiederemo ufficialmente una convocazione di Consiglio comunale con invito al presidente Emiliano ad intervenire.- afferma il capogruppo di Forza Italia al Comune di Brindisi, partito all’opposizione-Non si può continuare leggendo dichiarazioni di stampa su Brindisi quando esiste la sede naturale per discuterne. È lì che Michele Emiliano ci può spiegare quanto sia vera la trasformazione a gas di Cerano se arriva TAP a Brindisi. Se così non è, il gasdotto lo porti pure a Bari”.
BrindisiOggi
La necessità o l’opportunità della conversione da carbone a gas deve venire dai tecnici della “Federico II”, quindi valutazione dei costi di esercizio e della risposta delm mercato, come dice il sig. Savoia. Se i manager non ritengono la conversione utile alla gestione della centrale, è inutile che i “nostri” politici affilino le armi della retorica e del bla-bla-bla nel tentativo di ricavarne qualche beneficio elettorale.
In generale si denota che la fiducia dei brindisini nei confronti dei politici locali equivale a zero. Ma tutti vorrebbero la conversione dal carbone a metano. Si tratta quindi di arrivare ad un accordo che vincoli l’Enel, il governo nazionale, regionale e il comune di Brindisi ad un protocollo fattibile e verificabile in corso d’opera per la realizzazione del progetto di riconversione. Se tutti i soggetti sottoscrivono si può riuscire a risolvere uno dei problemi che gravano sulla città. Se invece il pessimismo, giustificato visto i precedenti, dovesse prevalere saremo quasi certi che il carbone continuerà la sua opera di devastazione.
Ma secondo lei i Brindisini si sono battuti tanto per non far piazzare il rigassificatore a capo bianco e adesso sarebbero pronti a credere a queste favole , mettendo nuovamente in discussione il già precario equilibrio paesaggistico abbondantemente deturpato e sfruttato… ” BRINDISI HA GIA’ DATO ” Cordiali saluti .
Il risultato finale sarebbe, senza ombra di dubbio, quella di ricevere il metanodotto TAP, che in Provincia di Lecce non vogliono, e di continuare a vedere la centrale Federico II andare a carbone. Nutro seri dubbi, anzi ne sono quasi certo, che ENEL possa essere obbligata a convertire la centrale di Cerano da carbone a metano.
E’ il mercato dell’energia che stabilirà questo cambio; non si vedrà alcun cambio, almeno sino a quando il carbone sarà il combustibile fossile più a buon mercato al mondo.
Quindi stiamo ben attenti perché è assolutamente debole la teoria secondo la quale sarebbe automatico il cambio di combustibile a Cerano se TAP arrivasse a Brindisi.
GdS
I’Emiliano non e’ informato sulla differenza dei costi dell’energia prodotta con il carbone e prodotta con il metano.Una soluzione tecnica e fattibile c’e’: Bari e precisamente spiaggia Pane e Pomodoro.