Emetteva fatture ma non le dichiarava, nei guai avvocato brindisino

BRINDISI- Agli occhi del fisco, per tre anni, dal 2009 al 2011, non ha lavorato, non ha guadagnato e, quindi, non ha pagato le tasse. Un nullatenente, insomma. Ma a un controllo del gruppo della Fiamme Gialle, al comando del maggiore Alessandro Giacovelli,  è emerso che, in realtà, semplicemente non aveva contabilizzato le prestazioni fornite ai propri clienti in quel lasso di tempo, evadendo totalmente quanto dovuto all’Agenzia delle Entrate. I risultati dell’operazione hanno fatto registrare 300mila euro di redditi non dichiarati e iva evasa per 45mila euro.

Se non si può parlare di un vero e proprio sistema, quello architettato da un  avvocato di Brindisi per non pagare le tasse, è qualcosa che ci si avvicina molto. Il libero professionista, infatti, emetteva e conservava regolarmente le fatture e le ricevute relative ai servizi legali che forniva ma, poi, ometteva regolarmente di presentare le dichiarazioni fiscali corrispondenti, non versando un centesimo di tasse all’erario. La Guardia di Finanza di Brindisi ha scoperto l’inghippo grazie a un controllo fiscale sul quinquennio 2008-2012. Da quanto emerso dalle carte esaminate dalle Fiamme Gialle, l’avvocato per i 3 anni incriminati ha evaso totalmente le tasse, circostanza abbastanza strana anche per gli uomini della Finanza, abituati a evasioni parziali dei tributi. Forse, il professionista pensava di essere al sicuro dai controlli ma, viste come sono andate le cose, si sbagliava. L’attenzione delle Fiamme Gialle, da tempo ormai, si è focalizzata anche sui liberi professionisti, categoria difficile da controllare dal punto di vista fiscale. Il lavoro, i controlli incrociati dei movimenti bancari riconducibili ai conti del professionista e gli accertamenti, però, non hanno lasciato scampo all’avvocato brindisino.

Maurizio Distante

3 Commenti

  1. Si quando vogliono loro! Ma per favore, fanno tanto di conferenza stampa con foto, nomi e cognomi e nomignoli! Adesso fanno i puritani? Bisogna avere il coraggio di scrivere nome e cognome di chi evade in quel modo. Qui non si tratta di un accertamento che potrebbe essere soggetto ad una differente interpretazione della norma, qui siamo in presenza di chi non ha presentato la propria dichiarazione dei redditi, non ha pagato le imposte e si, anche, intascato l’IVA. Per questo motivo bisogna scrivere nome e cognome. Basta con la copertura agli amici.

    • Non si pubblicano i nomi dei denunciati. La guardia di finanza così come le altre forze dell’ordine non diffondono i nomi.
      La redazione

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