BRINDISI – Sulla scrivania del procuratore capo del Tribunale di Brindisi, Marco Dinapoli, c’è un fascicolo riguardante l’Asl del capoluogo messapico, l’Avis e i rapporti che, fino a qualche mese fa, regolavano le raccolte di sangue in provincia. A dare lo spunto per l’avvio delle indagini, nel gennaio scorso, sarebbe stata la denuncia di un ex volontario, passato successivamente a un’altra associazione del settore, che avrebbe raccontato agli inquirenti di presunti numeri gonfiati per ottenere rimborsi non dovuti. Per questo il procuratore capo Dinapoli, pur non avendo iscritto nessuno nel registro degli indagati e non avendo formulato alcuna ipotesi di reato, ha delegato la Guardia di Finanza ad acquisire la documentazione contabile dell’associazione relativa alla convenzione che, fino all’aprile scorso, regolava la collaborazione tra azienda e associazione.
La visita della Guardia di Finanza nella sede provinciale dell’associazione, presso l’ex ospedale Antonino Di Summa del capoluogo messapico, risale alla fine dello scorso marzo. Le indagini sono tuttora in corso. Secondo gli accordi presi tra Asl e Avis, l’associazione percepiva, oltre alle 19 euro per sacca, provenienti dalla Regione, rappresentanti il rimborso “standard” da investire in promozione, sensibilizzazione e mantenimento delle sedi comunali, altre 36 euro, dall’azienda, da destinare al pagamento del personale extra Asl ingaggiato per gli appuntamenti associativi. La Regione, a tal proposito, aveva anche istituito dei corsi di formazione per medici e infermieri utili a prestare il servizio nelle raccolte itineranti così regolate. Conti alla mano, sulle 12.500 sacche totali raccolte nel 2013, risultato più che lusinghiero, l’associazione avrebbe incassato dall’azienda circa 300mila euro, come contributo derivante dalle quasi 8500 sacche raccolte durante gli appuntamenti itineranti.
La risposta dell’Avis alle accuse mosse sul proprio conto, ovviamente, è secca e indignata. «Siamo tranquilli sotto ogni punto di vista. Collaboriamo con le forze dell’ordine affinché si faccia per bene tutto quello che va fatto». È sereno Sergio Zezza, presidente provinciale Avis facente funzione. «Abbiamo ricevuto la Guardia di Finanza nella nostra sede presso il Di Summa dopo aver preso un appuntamento. Abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta e siamo in attesa dei risultati delle indagini». Secondo alcuni, la sospensione della convenzione che ha garantito per tutto il tempo della sua durata l’autosufficienza ematica in provincia di Brindisi sarebbe incredibilmente contemporanea alle indagini della Finanza. Questo, seguendo il ragionamento dei detrattori dell’accordo Avis-Asl, potrebbe significare che, subodorando guai, i vertici aziendali possano aver ritenuto di sospendere la convenzione per evitare rogne con la giustizia.
«Nulla di più falso. La convenzione è stata revocata dal Crat della Regione perché non rappresentava un modello estensibile a tutte le aziende sanitarie regionali. Per questo, ora, a Bari, è allo studio uno schema di convenzione tipo che possa essere adottato tanto a Brindisi quanto a Foggia. A quanto ne sappiamo, la cosa dovrebbe essere a buon punto: tra qualche tempo, presumibilmente passata l’estate, potremmo sederci al tavolo con i vertici dell’Asl per capire se ci sono le condizioni per ripartire con la nuova convenzione». Ovviamente, l’accordo sarebbe esteso anche alle altre associazioni del settore che potrebbero organizzare, come l’Avis, i loro appuntamenti e le loro raccolte.
Prima di ogni cosa, però, bisogna aspettare i risultati e le considerazioni della Procura che sancirà, al di sopra di ogni ragionevole dubbio, la legittimità del sistema che reggeva gran parte del mondo della donazione di sangue in provincia di Brindisi. Intanto, il dialogo tra Avis e Asl è ripartito proprio ieri: durante una riunione in via Napoli, sede dell’azienda, si sono gettate le basi per far fronte ai prossimi mesi che si preannunciano di grossa difficoltà dal punto di vista della disponibilità ematica.
«Abbiamo trovato un’ampia convergenza con il direttore generale, Paola Ciannamea, sui punti salienti della discussione: non solo si è confermato il calendario di raccolte da noi proposto nel giugno scorso ma la dottoressa ha anche dato mandato al dottor Francesco Cucci, primario del centro trasfusionale, per il reclutamento del personale utile a organizzare appuntamenti aggiuntivi. In più abbiamo incassato la disponibilità dell’azienda all’adeguamento alla normativa europea di 7 sedi per le donazioni: oltre a Ostuni e Francavilla Fontana, l’Asl si è impegnata a eseguire i lavori a San Pietro Vernotico, San Pancrazio Salentino, Mesagne, San Vito dei Normanni e Fasano. Abbiamo chiesto, inoltre, la messa a norma dei locali di Latiano, Oria e Ceglie Messapica per raggiungere la metà dei comuni della provincia. Per l’altra metà, l’azienda ci ha comunicato l’intenzione di acquistare un’autoemoteca. Su queste basi, possiamo costruire un buon futuro per la donazione del sangue in provincia di Brindisi».
Maurizio Distante
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