Emergenza sangue in ospedale, l’Avis: ” Ciannamea si dimetta”

BRINDISI – L’emergenza sangue continua e le soluzioni indicate dall’Asl di Brindisi per superare questo momento di crisi non piacciono all’Avis, una delle associazioni del settore che, fino a poco tempo fa, aveva contribuito in maniera  sostanziale all’autosufficienza ematica della provincia. Sergio Zezza, vicepresidente provinciale Avis, è critico nei confronti delle direttive proposte dall’azienda e anche nei modi in cui le stesse sono state avanzate.

«Il centro trasfusionale non può pretendere che un artigiano, un commerciante, un dipendente di una piccola impresa, lasci il proprio posto di lavoro durante la settimana per esercitare quello che è, sì, un dovere morale ma che, comunque, resta sempre un atto gratuito e volontario». Il risultato, secondo l’associazione, è quello sotto gli occhi di tutti: sospendendo le donazioni festive, si è andati in riserva fissa. «Oggi si è cercato di acquistare il sangue ma anche le altre Asl della regione non hanno scorte: bisogna andare fuori dalla Puglia. Pensavamo di arrivare a questo punto solo in estate ma, evidentemente, eravamo troppo ottimisti». Il problema vero, dunque, secondo l’Avis, sono le mancate raccolte festive.

«Il punto vero è quello. Se l’Asl è in emergenza, apra le porte del centro trasfusionale anche di domenica, assicurandosi di essere in grado di gestire un gran numero di donatori». Le direttive giunte dall’azienda, invece, escludono questa possibilità per la mancanza di risorse umane e finanziarie sofferta dal comparto sanitario. Le alternative proposte, l’autodonazione e il recupero del sangue intraoperatorio, non convincono Zezza che adduce al suo ragionamento delle considerazioni tecniche. «Non tutti i pazienti da operare possono sottoporsi all’autodonazione. Il perché è semplice: se il malato è debole non si può sottrargli del sangue. Per il recupero, invece, servirebbe del personale dedicato che l’Asl non ha. Bisogna smetterla di raccontare favole e cominciare a dire le cose come stanno». La dura invettiva di Zezza si estende, arrivando fino alla Regione.

«Ci siamo rivolti al presidente Nichi Vendola per richiede un suo intervento: l’unica cosa importante in questo momento è superare la crisi ma noi crediamo che nulla si stia facendo in questa direzione». In questo clima arriva anche la richiesta delle dimissioni del direttore generale dell’Asl, Paola Ciannamea. «In un momento così delicato, sembra che la dirigenza dell’azienda navighi a vista. Non più di 20 giorni fa il presidente Ciannamea ha dichiarato che, pur non essendoci più le raccolte itineranti, non ci sarebbero stati problemi di scarsità. Visti i risultati, penso che sia ora di considerare l’idea di un passo indietro per permettere ad altri di mettere in atto quegli interventi urgenti che servono per uscire dalle sabbie mobili in cui ci troviamo ora».

Maurizio Distante

1 Commento

  1. Secondo il mio modesto punto di vista (gatta ci cova).
    Nel mio paese San Pancrazio salentino l’AVIS funzionava benissimo fino a qualche tempo fa.
    L’ultima donazione è stata fatta il 26/12/2013 con circa 60 sacche.
    L’Avis di San Pancrazio Salentino era riuscita ad attirare tantissimi giovani con tante iniziative facendo scendere notevolmente l’età di chi andava a donare.
    A questo punto ecco perché dico che gatta ci cova.
    Il sangue serve ma non si vuole farlo donare quindi si dovrà comprare e si, si dovrà comprare.
    Lascio a voi le conclusioni. Sono indignato e non so se andrò più a donare il mio sangue.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*