BRINDISI – «Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo sulla salute delle popolazioni vicine a impianti energetici e, in particolare, a quelli che hanno come combustibile il carbone e i rifiuti in genere – spiega il presidente dell’ordine – Molte sono le sostanze, idrocarburi policiclici aromatici, l’arsenico, il mercurio, il nichel, il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica, sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e furani, emesse in aria, acqua e suolo nonché nel residuo di combustione e sono tutte particolarmente tossiche e alcune cancerogene».
Questo è l’incipit dell’allarmata lettera che il presidente dell’ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di Brindisi, Emanuele Vinci, ha fatto arrivare sulla scrivania del sindaco, Mimmo Consales, e su quella delle altre istituzioni territoriali a pochi giorni dal 17 marzo, data fissata per il consiglio comunale che deciderà, almeno sulla carta, quale strada la città di Brindisi sceglierà di perseguire a livello di politica energetica. Vinci non gira intorno al punto, mettendo nero su bianco quella che, a molti, appare una verità da tempo acclarata: in città c’è un problema ambientale legato alla produzione di energia da fonti combustibili e bisogna fare qualcosa, al più presto, per invertire una tendenza che vede aumentare i problemi di salute della popolazione. Il parere scientifico del presidente dei medici non potrebbe essere più chiaro di così, nell’esporre a quali e quanti rischi andiamo incontro semplicemente respirando, mangiando e bevendo.
«Le indagini epidemiologiche disponibili segnalano nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi, un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra un innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. È stato rilevato, inoltre, un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con l’emissione di anidride solforosa». L’allarme, dunque, non è di poco conto: secondo quanto affermato dagli studi citati da Vinci, in città e provincia si vive male e si muore di più. «Se la prova del nesso causale tra esposizioni ambientali e patologie, sotto il profilo della rilevanza penale, è materia che riguarda la magistratura, il fondamentale principio di prevenzione impone, invece, a tutta la comunità brindisina, a partire dai protagonisti della scena politico-istituzionale, di adottare e valorizzare politiche di tutela dell’ambiente e della salute pubblica, incentrate su un cospicuo abbattimento di tutte le sostanze “sospettate” di incidere negativamente sulla salute delle persone». Un’esortazione a difesa della salute e dell’ambiente rivolta alle istituzioni, per trovare soluzioni e rimedi a quello che, troppo spesso, viene presentato come uno scontro tra salute e posti di lavoro.
«Il nostro compito non è quello di trovare soluzioni tecniche ma, come medici, riteniamo che le condizioni cui siamo giunti necessitino di interventi per invertire la tendenza, favorendo una drastica riduzione delle emissioni nocive. È necessario sollecitare un intervento legislativo regionale che, con le innovative procedure della Valutazione Integrata di Impatto sulla Salute, impedisca, per ragioni sanitarie, ulteriori insediamenti che emettono sostanze tossiche e prescrivano rimedi per la riduzione di quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della vita e della salute. Si impone un grande impegno di tutte le forze culturali, sociali e istituzionali, affinché i due diritti naturali e costituzionali, la salute e il lavoro, non siano in competizione ma trovino il giusto equilibrio in una politica dello sviluppo economico, che dovrà essere compatibile con le esigenze sociali di occupazione, di salute e di tutela ambientale, contemperando le esigenze delle generazioni presenti con quelle delle generazioni future».
BrindisiOggi
Dai dati dell’ ARPA la qualità dell’ aria a Brindisi, come dice giustamente Franco, è tutt’ altro che scadente. Ci si ammala purtroppo anche in alta ontagna e succede che città con un altissimo tasso di industrializzazione hanno una vita media superiore alla media; sono tutti dati certificati, niente di inventato. Quindi come giustificarlo? La scelta assurda di buttare alle ortiche un ramo imponente della nostra economia qual’ è l’ industria è una mossa di una scelleratezza unica! Avremo di che piangere in futuro! Gli impianti vanno monitorati e controllati per bene! Tutto qui, per il resto essi non sono più dannosi di cinquemila altri fattori di rischio che quotidianamente affrontiamo.
Condivido il pensiero di Coco e, aggiungo che, se l’ordine dei medici confrontasse le tabelle della qualità dell’aria in altre città, soprattutto al Nord, non farebbe del catastrofismo inutile e dannoso. Parlare di inquinamento a Brindisi a quel livello mi sembra semplicemente assurdo!
I problemi seri di Brindisi sono ben altri!!
Giusto diminuire gli impatti delle centrali e giusto non nascondersi dietro un manico di scopa o di paletta, ma senza tante ipocrisie, se si vuole davvero difendere la salute dei cittadini, bisogna agire con forza su campagne antifumo (specie nei locali pubblici), traffico di autovetture che in alcuni punti della città è assai impattante, contributo enorme degli impianti di riscaldamento domestico che ad altezza di naso e bocca spurgano una quantità non trascurabile di ossido di carbonio e nanopolveri. Cerchiamo di fare più attenzione a quello che mangiamo, preferiamo i cibi sani e senza additivi o conservanti, smettiamo di essere schiavi di cellulari o smartphone, curiamo di più il nostro aspetto fisico. E soprattutto non giriamoci dall’ altra parte quando buttiamo cicche di sigarette o cartacce in mezzo alla strada, tutto fà inquinamento, tutto è potenzialmente causa di malattie. Non occorre essere medici per saperlo. Svegliatevi e non siate ottusi!
Chi ha orecchie per intendere intenda ed agisca.Non possiamo più nasconderci dietro un manico di scopa.La salute umana è più importante di qualsiasi profitto,non può essere barattata.Un sincero ringraziamento all’ordine dei medici.