BRINDISI- I sindacati Cgil, Cisl e Uil fanno pressing sulle istituzioni in merito al nuovo progetto presentato per la centrale Edipower e sulla produzione di energia attraverso la Ecorgite. Le organizzazioni sindacali portano a supporto della loro tesi la necessità di fa valere la normativa sui rifiuti e l’attuazione del Piano regionale della gestione dei rifiuti urbani. “A Brindisi, ancora una volta, sul versante ambientale, si pretende di poter ignorare l’intera normativa sui rifiuti – scrivono Filctem, Flaei, Uiltec- e non si accenna in alcun modo alle azioni da applicare nella cosiddetta gerarchia dei rifiuti: prevenzione alla creazione, preparazione per il riutilizzo, riciclo, recupero di materia attraverso una differenziata spinta, recupero di energia dalla frazione non riciclabile e, solo come ultima opzione, lo smaltimento in discarica. Si decide di non tener conto della norma vigente in Europa e in Italia che indica il recupero di energia tra le azioni necessarie per l’attuazione di un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti, in quanto può consentire il risparmio di combustibili fossili e, quindi, di C02 a parità di produzione”.
I sindacati fanno notare che il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani varato dalla regione Puglia prevede una raccolta differenziata spinta al 65% e la realizzazione in vari territori, in un ottica di filiera corta, di impianti per il riuso dei materiali: metalli, vetro, carta, siti produttivi dove è possibile creare nuova occupazione. “Non si cercano soluzioni- aggiungono le organizzazioni dei lavoratori- per la riduzione dei costi a carico dei cittadini per lo smaltimento oneroso, in discarica, di oltre 200.000 tonnellate/anno (dato 2011) di rifiuti prodotti nella sola provincia di Brindisi.
Ci si ostina, invece, ad ostacolare il progetto per l’ammodernamento e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per la trasformazione di un solo gruppo di produzione della Centrale Edipower/A2A, che in questo martoriato territorio, rappresenta la fonte di reddito per circa 200 famiglie di lavoratori diretti e dell’indotto”.
Fanno così appello alle istitizioni: Comune, Provincia, Regione e al Ministero dell’Ambiente a procedere, attraverso i propri tecnici, “con serenità e senza condizionamenti mediatici, alla completa valutazione dei progetti che, nello specifico, prevedono: la parziale modifica e ammodernamento dell’assetto di combustione di un gruppo da 300 Mw, la costruzione del nuovo impianto per la creazione in loco del combustibile innovativo e di quanto, recentemente depositato, per il definitivo smontaggio dei due gruppi più vecchi, ormai in disuso dal 2001. Questi investimenti consentirebbero di aprire nuovi cantieri per la conseguente ripresa produttiva, seppur limitata, con la garanzia per gli attuali addetti, le assunzioni nel nuovo impianto di “Ecorgite” e di dotarsi di un programma di studi e attività innovative in campo energetico, coinvolgendo Università e Centri di Ricerca e, allo stesso tempo, assicurando il Territorio della piena sostenibilità ambientale dei cicli produttivi attraverso l’azione costante di monitoraggio garantita da ARPA, ISPRA e Istituto Superiore di Sanità.”
BrindisiOggi
Finalmente un discorso sensato,ragionevole ed aperto alla discussione senza prevenzione alcuna!
Tutti vogliamo un ambiente salubre ed ecologico; basta
anacorismi ed ostracismi apriori.