PORTO CESAREO – Vincenzo Tarantino, il presunto autore del delitto di Porto Cesareo, nonché ex compagno di una nipote dei coniugi brutalmente ammazzati nella loro casa in via Vespucci a Porto Cesareo, è stato sottoposto a fermo con l’accusa di duplice omicidio volontario aggravato dalla efferatezza e dai futili motivi e rapina. L’uomo avrebbe agito per rancore e per sete di soldi. Dopo il colpo era pronto a partire per la Croazia. Il gip di Lecce Antonia Martalò, ha a disposizione 48 ore prima di convalidare il fermo.
Sono bastate meno di dodici ore agli investigatori per risolvere il delitto di Porto Cesareo dove sono rimasti uccisi Luigi Ferrari di 54 anni e la moglie Maria Antonietta Parente meglio conosciuta come Antonella di 55. Determinante sarebbe stato il racconto di Alessandra Ferrari, figlia delle vittime, la stessa che ieri mattina poco prima delle ore 8 ha scoperto i cadaveri. L’uomo è stato bloccato nella sua Audi A4 ieri pomeriggio sulla strada provinciale che collega Avetrana (Taranto) a Torre Lapillo, marina di Lecce a pochi chilometri da Porto Cesareo. Successivamente è stato portato in caserma a Lecce e interrogato per diverse ore. Poi nella notte il fermo.
Su Tarantino, già noto alle forze dell’ordine per il suo passato da tossicodipendente, fin da subito, sarebbero stati trovati elementi schiaccianti. Le impronte di sangue rinvenute nell’appartamento di via Vespucci. Poi gli abiti e tracce di sangue che sarebbero stati ritrovati nella stanza di un B&B ad Avetrana dove il 51enne manduriano avrebbe passato le ore successive al delitto.
Il presunto omicida è l’ex convivente della nipote delle vittime. La relazione fra Tarantino e la nipote dei Ferrari si è conclusa poco più di un mese fa. Stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori, Tarantino, accusava gli zii acquisiti per aver indotto la ex compagna a lasciarlo. Una situazione, stando al racconto degli investigatori, che per il 51enne sarebbe diventata motivo di vendetta.
La decisione di Tarantino di agire la notte tra lunedì e martedì sarebbe stata presa in poche ore. L’uomo avrebbe anche raccontato il suo piano delittuoso ad un amico, che poi, pare, sia divenuto anche un testimone ‘chiave’ per la chiusura delle indagini.
Tarantino, da quanto emerso, sospettava che in casa dei Ferrari avrebbe trovato un bel gruzzoletto di denaro contante poiché sapeva che i coniugi erano alle prese con l’organizzazione del matrimonio del figlio, ma che quando ha agito, credeva, secondo gli investigatori, che in casa non ci fosse nessuno e che quindi avrebbe potuto compiere il furto della cassaforte senza grosse difficoltà.
Ed invece, dopo essersi introdotto da una finestra che si trova sul retro della villetta in via Vespucci, e percorso la rampa di scale per portarsi al piano superiore dove si trova la camera da letto e la cassaforte, il 51enne si sarebbe accorto della presenza di Luigi e Antonella nel letto che dormivano. La coppia, infatti, è stata sorpresa durante il sonno. La coppia è stata ammazzata brutalmente a colpi di martello e di scalpello, l’arma utilizzata per scassinare anche la cassaforte.
Un altro elemento evidente per incriminare Tarantino sono stati i graffi che l’uomo porta sul petto. Molto probabilmente si tratta di escoriazioni riportate in seguito al tentativo disperato dei coniugi Ferrari di difendersi dalla furia omicida dell’uomo.
Secondo gli inquirenti, Vincenzo Tarantino avrebbe agito da solo e il duplice assassinio lo avrebbe compiuto senza l’aiuto di nessuno altro. Questa mattina, per un’ulteriore ispezione dell’appartamento dove è avvenuto il duplice omicidio, sono anche giunti i Ris di Roma.
La cassaforte sottratta in casa delle vittime non è stata ancora trovata. L’uomo avrebbe agito da solo, a mani nude, come dimostrano le numerose impronte rinvenute all’interno e all’esterno della casa, a testimoniare il disperato tentativo di fuga di chi, come riferito in conferenza stampa dal procuratore Cataldo Motta “si sentiva in trappola, non sapendo più come uscirne”.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri del Nucleo operativo e investigativo del comando di Lecce, al comando del colonnello Saverio Lombardi in collaborazione con i colleghi della compagnia di Campi Salentina diretti dal maggiore Nicola Fasciano.
Maristella De Michele
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