In due mesi controllati 33 frantoi, sequestrati cinque impianti

BRINDISI- In meno di due mesi controllati 33 frantoio e oleifici in tutta la provincia di Brindisi,  sequestrati cinque impianti. E’ il bilancio dell’attività dei carabinieri forestali svolta dall’inizio di novembre . Dall’ attività condotta, sono stati finora accertati 4 illeciti penali e 6 amministrativi, e si è proceduto al sequestro in 5 opifici.

Oltre ai controlli pianificati, sono in corso accertamenti per individuare provenienza e responsabilità di alcuni scarichi in canali, e di qui in mare, di probabili effluenti di frantoi, segnalati da cittadini alla centrale operativa dei Carabinieri Forestali.

Il Gruppo Carabinieri Forestale di Brindisi ha inteso così sottoporre a stretta sorveglianza un importante settore produttivo, quello della molitura delle olive, affinchè quest’ ultima sia effettuata nel rispetto delle leggi e dell’ ambiente naturale.

Le acque di vegetazione, provenienti dalla lavorazione meccanica, così come le sanse umide, possono essere utilizzate a fini agronomici, e quindi essere considerate, per la legge, dei sottoprodotti esclusi dalla disciplina dei rifiuti, a condizione che siano rispettati alcuni parametri, come il quantitativo massimo (50 metri cubi di acque di vegetazione per i frantoi a ciclo tradizionale e 80 per quelli a ciclo continuo) per ettaro all’ anno, ad almeno 200 metri da centri abitati, almeno 300 da impianti di captazione di acque potabili, con divieto di spandimento su terreni allagati, gelati o innevati o con falda a meno di dieci metri di profondità.

Per l’ attestazione della sussistenza di tutti questi requisiti, la legge prevede che il proprietario dei sottoprodotti (titolare del frantoio) debba comunicare al Sindaco competente e all’ ARPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) entro trenta giorni dall’ inizio delle operazioni, l’ ubicazione dei terreni e le modalità con cui si intende effettuare lo spandimento, nonché, con una relazione tecnica asseverata, le caratteristiche geologiche, fisiche e chimiche del suolo e dell’ eventuale idrografia.

In mancanza di alcuna di queste condizioni sostanziali, acque di vegetazione e sanse umide cessano di essere considerate sottoprodotti di lavorazione, e rientrano nel generale regime di disciplina dei rifiuti.

Proprio sulla base di quest’ ultima, i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Brindisi, Ceglie Messapica e Ostuni hanno contestato i reati di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, e sequestrato vasche di accumulo e terreni irregolarmente allagati. Nel caso di un frantoio a Mesagne, è stato sequestrato l’ intero impianto, con macchine per la molitura e motopompa con tubazioni, chiudendo così l’ accesso ai numerosi agricoltori che stavano conferendo il proprio prodotto.

 

 

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