Due greci vogliono tornare in patria, momenti di tensione sulla Ionian Spirit

BRINDISI – E’ stato un pomeriggio carico di nervosismo quello vissuto a bordo della Ionian Spirit. Problemi di convivenza, nervosismo accumulato in sei mesi trascorsi lontano da casa, ma anche la volontà di restare compatti per ottenere il denaro dovuto dall’armatore greco della Agoudimos Lines. Questi i motivi  alla base dei disordini avvenuti a bordo della motonave, ferma in porto da settembre. Una parte dell’equipaggio, costituita da montenegrini, si è ribellata al fatto che i primi due greci – il comandante e l’elettricista – fossero pronti a tornare in patria, così come faranno altri 11 africani la prossima settimana.

“Stiamo monitorando la situazione con grande attenzione – ha riferito alla rivista Il Nautilus il comandante della Capitaneria di porto Giuseppe Minotauro – e siamo anche fiduciosi che in breve l’equipaggio possa essere ridotto. Tuttavia esistono, a bordo, innegabili problemi di convivenza che talvolta sfociano in nervosismo”.Tra pochi giorni, a bordo nella nave battente bandiera di Saint Vincent and Grenadine, resteranno 5 montenegrini, 3 albanesi, un serbo, un ucraino e un greco che però è stato nominato dal tribunale custode. Alla Capitaneria di porto resta il compito di vigilare sulla situazione ancora incandescente perché alcuni membri dell’equipaggio non intendono lasciare la nave prima che l’armatore della Agoudimos Lines abbia versato gli stipendi. Altri, invece, hanno optato per il ritorno in patria perché hanno ottenuto dal tribunale la garanzia del sequestro e, di conseguenza della vendita della Ionian. Solo allora, però, potranno ottenere il denaro.

 

Brindisioggi

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